ROMA, 23 giugno - Adriano Sofri ha deciso di rinunciare all'incarico nell'ambito degli Stati generali dell'esecuzione penale. Una decisione, quella di fare un passo indietro, presa - sempre da quanto di apprende - per preservare gli stati generali dal peso deformante di improprie letture. Ridimensionando il peso del contributo che gli era stato richiesto, Sofri precisa di aver rinunciato "perché ne ho abbastanza delle fesserie in genere e delle fesserie promozionali in particolare. Si è sollevato un piccolo chiasso attorno alla mia 'nomina' da parte del ministro della Giustizia come 'esperto' di carcere. Il mio contributo - sottolinea l'ex leader di Lotta Continua - si era limitato a una conversazione telefonica con un autorevole giurista, e all'adesione a una eventuale riunione futura. Alla quale invece non andrò, scusandomene coi promotori, perché ne ho abbastanza delle fesserie in genere e delle fesserie promozionali in particolare".
Il ministro della giustizia Andrea Orlando spiega che "non c'era nessun tipo di consulenza nè tantomeno di incarico retribuito per Sofri".
Il leader di Lotta Continua condannato a 22 anni di carcere (ma da tempo in libertà) quale mandante dell'omicidio del Commissario di Polizia Luigi Calabresi avvenuto a Milano nel 1972, era uno degli 'esperti' chiamati dal Ministro della Giustizia Andrea Orlando per riformare il sistema penitenziario italiano. Per il sindacato di polizia penitenziaria Sappe, considerando "la presenza di Sofri tra gli 'esperti' un fatto assai grave e inaccettabile".
"Mi sembra una scelta incomprensibile". Questo il commento all'ANSA di Gemma Calabresi in merito alla nomina di Adriano Sofri a consulente del ministero della Giustizia per la riforma carceraria. Gemma Calabresi non vuole aggiungere altro se non sottolineare di non essere stata informata della decisione: "Non ne sapevo nulla".
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