DAMASCO, 6 aprile - Negli ultimi giorni, lo Stato islamico è riuscito ad arrivare a pochissimi chilometri dal centro di Damasco, penetrando nel campo profughi palestinese di Yarmuk e ingaggiando una battaglia con gruppi palestinesi che si oppongono al presidente Bashar al Assad e da due anni sono assediati nell'insediamento affollato da 18.000 civili. Gli scontri nel campo sono iniziati mercoledì scorso e, secondo uno degli attivisti locali, Hatem al-Dimashqi, i combattimenti sono proseguiti anche stamane. L'Osservatorio siriano per i diritti umani e lo stesso attivista hanno inoltre accusato il regime di Assad di aver lanciato bombe a 'barile' sul campo profughi mentre tentano di respingere l'avanzata dei jihadisti dell'Isis verso la capitale Damasco. Ad al-Qadam, quartiere di Damasco, una bambina di otto annisarebbe stata rapita e le sarebbe stato asportato un rene. A denunciarlo è ARA News (agenzia sostenuta dalla fondazione olandese Free Press Unlimited), che ha raccolto la testimonianza della madre, Nadia Kamal. Secondo quanto riferito dalla donna, dopo 10 giorni di ricerche la famiglia ha ricevuto una telefonata anonima con le istruzioni per recuperare la piccola. La visita medica avrebbe confermato la rimozione dell'organo. La notizia non può essere verificata.
Secondo ARA News, negli ultimi mesi a Damasco il rapimento di bambini e il traffico degli essere umani sarebbero diventati fenomeni "comuni". Il mercato nero degli organi, invece, sarebbe un'aggiunta recente al decalogo degli orrori siriano.
La stragrande maggioranza dei rifugiati siriani sono donne e bambini. Come tali, essi sono particolarmente vulnerabili alla tratta, allo sfruttamento e all'abuso sessuale. Un altro fenomeno che è stato visto tra la popolazione di rifugiati siriani è il matrimonio di ragazze rifugiate siriane in cambio di denaro, che è una pratica che viene considerata dagli attivisti per i diritti umani come una forma di tratta di esseri umani.
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