lunedì 13 aprile 2015

Alta tensione TURCHIA-VATICANO sul genocidio armeno, il Gran Mufti critica il PAPA

Il Gran Mufti Mehmet Gormez
ANKARA, 13 aprile - Il Gran Mufti Mehmet Gormez, la principale autorità religiosa islamica sunnita turca, si è allineato sul governo di Ankara criticando a sua volta il Papa per le dichiarazioni sul genocidio armeno a suo parere "senza fondamento" e ispirate da "lobby politiche e ditte di relazioni pubbliche". In un discorso ad Antiochia, ripreso dall'agenzia ufficiale Anadolu, Gormez si è detto "preoccupato che lobby politiche e ditte di relazioni pubbliche abbiamo allargato le loro attività alle istituzioni religiose". "Se le società iniziano a interrogarsi sugli errori passati lo stesso Vaticano soffrirà più di chiunque altro", ha avvertito. Critico con il Papa, accusato di "calunnie" e "discriminazione", anche il presidente del parlamento turco Cemil Cicek, del partito islamico Akp al governo. Il ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusoglu, ha affermato che le parole del pontefice rivelano "una discriminazione dei musulmani e dei turchi di fronte ai cristiani". Parlando dalla Mongolia, Cavusoglu ha attaccato quella che ha bollato come una posizione "contraddittoria e discriminatoria" perché il genocidio rientra in un preciso concetto giuridico mentre per Ankara i massacri degli armeni sotto l'Impero ottomano furono la conseguenza di una situazione di conflitto in cui morirono anche musulmani.
"La durezza dei toni turchi non mi pare giustificata, anche tenendo conto del fatto che 15 anni fa Giovanni Paolo II si era espresso in modo analogo" a Papa Bergoglio che ha definito quello armeno un genocidio. Lo ha detto il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni rispondendo ai giornalisti a margine di una conferenza Ue-Mediterraneo. "L'Italia - ha aggiunto - ha più volte espresso solidarietà e vicinanza al popolo e governo armeno per le vittime e le sofferenze inflitte 100 anni fa. Gentiloni ha poi aggiunto che "sul riconoscimento giuridico" del genocidio "abbiamo sempre invitato i due paesi amici Armenia e Turchia a dialogare per evitare che questa situazione ostacoli" un rasserenamento delle relazioni.
Dopo il richiamo dell'ambasciatore presso la Santa Sede, la Turchia non esclude nuove misure contro il Vaticano. Con l'ultima reazione alle parole di Papa Francesco sul genocidio armeno del 1915-16, la Turchia è ora senza ambasciatori in sette paesi, per crisi provvisorie o prolungate. Oltre all'ambasciatore in Vaticano Mehmet Pacaci, da tempo sono stati richiamati gli ambasciatori in Israele, Egitto, Libia e Siria, mentre non sono mai stati nominati in Armenia e a Cipro, due paesi con i quali Ankara non ha relazioni diplomatiche.

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