venerdì 16 gennaio 2015

Tornate Greta e Vanessa, finito l'incubo (5 mesi) fatto di privazioni e violenze

Greta e Vanessa con il ministro Gentiloni
ROMA, 16 gennaio - E' atterrato all'aeroporto di Ciampino l'aereo che ha riportato in Italia Greta Ramelli e Vanessa Marzullo. Le due volontarie italiane di 20 e 21 anni sequestrate in Siria a fine luglio sono scese dal Falcon dell'Aeronautica dopo un volo di tre ore dalla Turchia. Vanessa e Greta sono state condotte all'ospedale militare del Celio per un controllo medico. In giornata saranno sentite dalla Procura di Roma che ha aperto un'inchiesta sul rapimento. Ad accoglierle sulla pista di Ciampino, il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni. Entrambe le ragazze indossavano giubbotti scuri con il cappuccio tirato sul capo, pantaloni neri e scarpe da ginnastica bianche e rosse. Apparivano molto provate e non hanno salutato la folla di giornalisti e cameraman che le attendeva. Sono subito entrate con il ministro nell'edificio dell'aeroporto militare. 

L'abbraccio commosso con i rispettivi genitori - Un lungo e commosso abbraccio quello di Greta e Vanessa con i rispettivi genitori, parenti ed amici giunti dalla Lombardia, avvenuto in una saletta dell'aeroporto di Ciampino, lontano da giornalisti, fotografi e telecamere. Le famiglie delle due ragazze sono arrivate in auto, un po' in ritardo a causa di una foratura: per Vanessa i genitori e il fratello; per Greta, oltre ai genitori, il fratello e la sua fidanzata, anche due amiche, compagne delle scuole medie, volontarie anche loro. Lacrime di gioia e abbracci per Greta e Vanessa che, nonostante la stanchezza hanno poi scambiato con parenti ed amici qualche frase, prima di concludere le procedure di rito e lasciare l'aeroporto.

Il video del 31 dicembre - Le due giovani erano state rapite il 31 luglio del 2014 nel nord della Siria, fra Aleppo e Idlib. In seguito, erano state cedute dai rapitori al fronte Al Nusra, il ramo siriano di al Qaida. Il 31 dicembre era stato diffuso un video in cui le due ragazze, vestite con un chador nero, chiedevano aiuto dal governo italiano e dicevano di rischiare di essere uccise.
Il governo italiano, come d'uso, nega di avere pagato un riscatto. Il leader della Lega Nord, Matteo Salvini, ha parlato di un versamento di 12 milioni di dollari. Il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni riferirà alle 13 alla Camera sulla vicenda.

La svolta - Un incubo durato 5 mesi e mezzo, una prigionia in condizioni drammatiche, tra minacce e brutali violenze. La svolta è arrivata tra sabato 10 e domenica 11 gennaio, quando i sequestratori accettano di girare un nuovo video  come prova che le ragazze sono in vita.
Le immagini questa volta non dovevano finire in Rete: se qualcuno avesse fatto circolare il video, l'accordo per liberare Greta e Vanessa avrebbe potuto saltare. Fortunatamente tutto è andato liscio e l'intelligence italiana è riuscita a riportarle a casa. 

Il riscatto - C'è chi parla del pagamento di un riscatto milionario, ma dall'Italia arriva una secca smentita. Ad ipotizzare il pagamento di 12 milioni di euro è stata la tv di Dubai al Aan, indiscrezione poi ripresa anche dal Guardian online e denunciata in Italia da Salvini: "Se veramente per liberare le due amiche dei siriani il Governo avesse pagato un riscatto di 12 milioni sarebbe uno schifo!", ha tuonato. "Sono molto felice per la liberazione di Greta e Vanessa" ma "qualora fosse stato pagato un riscatto, quei soldi andrebbero a finanziare i sequestratori che ci sono dietro questi episodi e quindi a chi attenta alla nostra civiltà", ha rincarato il vice presidente leghista del Senato Roberto Calderoli. Stessa musica nelle parole dell'azzurra Mariastella Gelmini: "Mi sembra doveroso chiederci se un eventuale riscatto pagato a dei terroristi non sia una fonte di finanziamento per portare la morte in Europa e altrove. Il governo e il ministro Gentiloni faranno bene a chiarire rapidamente la vicenda".


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