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lunedì 5 ottobre 2015

ESTERI/ ALEPPO, Greta e Vanessa ci sono "costate" 11 milioni di euro


ALEPPO (Siria), 5 ottobre - Per il rilascio di Greta e Vanessa, le due ragazze italiane rapite in Siria lo scorso anno, sarebbe stato pagato un riscatto di circa 11 mln di euro. Lo dicono fonti giudiziarie di Aleppo, secondo cui una delle persone coinvolte nel negoziato è stata condannata per essersi intascata circa metà del riscatto. Il "tribunale islamico" del Movimento Nureddin Zenki, una delle milizie già indicata come coinvolta nel sequestro, ha condannato Hussam Atrash, descritto come uno dei signori della guerra locali, capo del gruppo Ansar al Islam.
L'ANSA ha ricevuto una copia digitale del testo della condanna emessa il 2 ottobre scorso dal tribunale Qasimiya del movimento Zenki nella provincia di Atareb. Secondo la condanna, Atrash, basato ad Abzimo, la località dove scomparvero Greta Ramelli e Vanessa Marzullo, si è intascato 5 dei 12 milioni e mezzo di dollari, equivalenti a poco più di 11 milioni di euro. I restanti 7 milioni e mezzo - affermano fonti di Atareb interpellate dall'ANSA telefonicamente - sono stati divisi tra i restanti signori della guerra locali.

lunedì 23 marzo 2015

Vanessa e Greta, marcia indietro: nessuna intenzione di tornare in Siria

VARESE, 23 marzo - “Nessuna intenzione di tornare in Siria": lo dichiara all'Ansa, Greta Ramelli, una delle due volontarie italiane rapite e liberate in Siria, a proposito di "quanto pubblicato dagli organi di stampa e rimbalzato sul web e sui sociali network". "Mi corre l'obbligo di ribadire, come dissi appena tornata, che non ho alcuna intenzione di tornare in Siria e ho invece intenzione di intensificare le mie attività di volontariato in Italia".  Una precisazione che arriva dopo le polemiche sollevate dalle dichiarazioni attribute all'altra cooperante rapita e liberata, Vanessa Marzullo, sulla possibiltà di tornare in Siria. Anche il padre di Vanessa smentisce l'intenzione della figlia di ripartire Anche il padre di Vanessa, Salvatore Marzullo smentice: "Tornare in Siria? Vanessa non ha mai detto una cosa del genere. Mia figlia non ha rilasciato interviste e non ha mai detto che vuole tornare in Siria". Lo dice a La Zanzara su Radio 24. 

Sul caso è intervenuta anche la Farnesina con una nota: in merito alle polemiche in corso seguite alle dichiarazioni odierne attribuite a Vanessa Marzullo, l'Unità di Crisi della Farnesina ricorda che "sin dall'inizio della crisi ha ripetutamente invitato i connazionali a lasciare la Siria, Paese considerato da non visitare e dove elevatissimo è il rischio di rapimenti, attentati e violenze. Analoghe indicazioni sono rivolte anche alle Organizzazioni non governative che intendano inviare loro operatori nel Paese per missioni umanitarie o di qualsiasi tipo", precisa la nota. 

VANESSA E GRETA insistono: vogliono tornare in SIRIA



ROMA, 23 marzo - Le cooperanti Vanessa Marzullo e Greta Ramelli vogliono tornare in Siria e la destra insorge. In una intervista a "Repubblica", Vanessa, una delle due volontarie rapite in Siria la scorsa estate e liberate dopo cinque mesi, ha detto che è loro intenzione tornare nel Paese mediorientale, sconvolto dalla guerra civile, nonostante "il fango" che a loro dire gli è stato gettato addosso per il presunto riscatto pagato dal governo italiano. L'intervista non ha mancato di sollevare polemiche. Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d'Italia, su Facebook ha commentato così: "Vanessa e Greta vogliono tornare in Siria? Prima restituiscano agli italiani tutti i soldi che lo Stato ha speso per loro. E, vista la scelta consapevole delle due, mi auguro che questa volta, in caso di nuovo rapimento, il Governo non voglia pagare un nuovo riscatto". Dello stesso tenore anche il commento dell'esponente leghista Roberto Calderoli, vice presidente del Senato: "Le due signorine Greta e Vanessa annunciano la loro volontà di tornare in Siria. Ovviamente ognuno è libero di andare dove vuole, ma se vogliono fare del volontariato perché non lo fanno vicino a casa?". "Ci sono tante persone bisognose anche in Italia - ha continuato l'esponente della Lega Nord - oppure in Paesi meno a rischio della Siria dove, evidentemente, non hanno imparato niente da ciò che è accaduto. E' necessario che vadano a svolgere la loro opera meritoria proprio lì?". "Ovviamente auguro loro che non debbano mai ripetere la triste esperienza già vissuta, ma mi sembra altrettanto ovvio che nel malaugurato caso dovessero giungere in futuro nuove richieste di riscatto - ha concluso Calderoli - il governo italiano debba rispondere che non siamo il bancomat dei terroristi".

venerdì 16 gennaio 2015

GENTILONI, nessun riscatto pagato per Greta e Vanessa

ROMA, 216 gennaio - "Questa mattina, poco dopo le 4 a Ciampino, ho dato il bentornato a Greta e Vanessa: l'ho fatto a nome del governo e a nome dell'Italia intera". Ha affermato il ministro degli Esteri Gentiloni intervenendo in Aula sulla liberazione delle due ragazze italiane, accompagnato da un applauso dell'aula. "Siamo contrari al pagamento di riscatti"; "L'Italia - ha detto - in tema di rapimenti si attiene a comportamenti condivisi a livello internazionale, sulla linea dei governi precedenti: è' la linea dell'Italia". "Solo illazioni". Così Gentiloni commenta le voci sul presunto pagamento di un riscatto per la liberazione delle due cooperanti.
"L'Italia, nella lotta al terrorismo non accetta lezioni da nessuno: siamo in prima fila, da tanti anni, dall'11 settembre e lo ribadiremo alla conferenza internazionale dei principali paesi della coalizioni anti-Isis", ha affermato Gentiloni. "Considero inaccettabile che qualcuno abbia detto che Vanessa e Greta se la siano cercata". "L'Italia ha bisogno di questi cooperanti e di questi volontari", ha aggiunto. "Leggo in queste ore dimolti inviti alla prudenza e li condivido. E so che Greta e Vanessa saranno le prime a condividerli, dopo la drammatica esperienza che hanno vissuto. Tali inviti valgono per tutti, cooperanti e lavoratori, turisti e missionari, giornalisti".

Tornate Greta e Vanessa, finito l'incubo (5 mesi) fatto di privazioni e violenze

Greta e Vanessa con il ministro Gentiloni
ROMA, 16 gennaio - E' atterrato all'aeroporto di Ciampino l'aereo che ha riportato in Italia Greta Ramelli e Vanessa Marzullo. Le due volontarie italiane di 20 e 21 anni sequestrate in Siria a fine luglio sono scese dal Falcon dell'Aeronautica dopo un volo di tre ore dalla Turchia. Vanessa e Greta sono state condotte all'ospedale militare del Celio per un controllo medico. In giornata saranno sentite dalla Procura di Roma che ha aperto un'inchiesta sul rapimento. Ad accoglierle sulla pista di Ciampino, il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni. Entrambe le ragazze indossavano giubbotti scuri con il cappuccio tirato sul capo, pantaloni neri e scarpe da ginnastica bianche e rosse. Apparivano molto provate e non hanno salutato la folla di giornalisti e cameraman che le attendeva. Sono subito entrate con il ministro nell'edificio dell'aeroporto militare. 

L'abbraccio commosso con i rispettivi genitori - Un lungo e commosso abbraccio quello di Greta e Vanessa con i rispettivi genitori, parenti ed amici giunti dalla Lombardia, avvenuto in una saletta dell'aeroporto di Ciampino, lontano da giornalisti, fotografi e telecamere. Le famiglie delle due ragazze sono arrivate in auto, un po' in ritardo a causa di una foratura: per Vanessa i genitori e il fratello; per Greta, oltre ai genitori, il fratello e la sua fidanzata, anche due amiche, compagne delle scuole medie, volontarie anche loro. Lacrime di gioia e abbracci per Greta e Vanessa che, nonostante la stanchezza hanno poi scambiato con parenti ed amici qualche frase, prima di concludere le procedure di rito e lasciare l'aeroporto.

Il video del 31 dicembre - Le due giovani erano state rapite il 31 luglio del 2014 nel nord della Siria, fra Aleppo e Idlib. In seguito, erano state cedute dai rapitori al fronte Al Nusra, il ramo siriano di al Qaida. Il 31 dicembre era stato diffuso un video in cui le due ragazze, vestite con un chador nero, chiedevano aiuto dal governo italiano e dicevano di rischiare di essere uccise.
Il governo italiano, come d'uso, nega di avere pagato un riscatto. Il leader della Lega Nord, Matteo Salvini, ha parlato di un versamento di 12 milioni di dollari. Il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni riferirà alle 13 alla Camera sulla vicenda.

La svolta - Un incubo durato 5 mesi e mezzo, una prigionia in condizioni drammatiche, tra minacce e brutali violenze. La svolta è arrivata tra sabato 10 e domenica 11 gennaio, quando i sequestratori accettano di girare un nuovo video  come prova che le ragazze sono in vita.
Le immagini questa volta non dovevano finire in Rete: se qualcuno avesse fatto circolare il video, l'accordo per liberare Greta e Vanessa avrebbe potuto saltare. Fortunatamente tutto è andato liscio e l'intelligence italiana è riuscita a riportarle a casa. 

Il riscatto - C'è chi parla del pagamento di un riscatto milionario, ma dall'Italia arriva una secca smentita. Ad ipotizzare il pagamento di 12 milioni di euro è stata la tv di Dubai al Aan, indiscrezione poi ripresa anche dal Guardian online e denunciata in Italia da Salvini: "Se veramente per liberare le due amiche dei siriani il Governo avesse pagato un riscatto di 12 milioni sarebbe uno schifo!", ha tuonato. "Sono molto felice per la liberazione di Greta e Vanessa" ma "qualora fosse stato pagato un riscatto, quei soldi andrebbero a finanziare i sequestratori che ci sono dietro questi episodi e quindi a chi attenta alla nostra civiltà", ha rincarato il vice presidente leghista del Senato Roberto Calderoli. Stessa musica nelle parole dell'azzurra Mariastella Gelmini: "Mi sembra doveroso chiederci se un eventuale riscatto pagato a dei terroristi non sia una fonte di finanziamento per portare la morte in Europa e altrove. Il governo e il ministro Gentiloni faranno bene a chiarire rapidamente la vicenda".


giovedì 1 gennaio 2015

Al Nusra (gruppo siriano di Al Qaeda): è vero, abbiano noi Greta e Vanessa

Greta e Vanessa nel video
ROMA, 1 gennaio - Il Fronte al Nusra, gruppo siriano legato ad Al Qaida, conferma di tenere in ostaggio Greta Ramelli e Vanessa Marzullo. "E' vero, abbiamo noi le due italiane, perché il loro Paese sostiene i raid in Siria contro di noi", afferma Abu Fadel, membro dell'organizzazione, contattato dalla Dpa dopo il video delle due ragazze diffuso ieri.
"Siamo in una fase delicatissima, che richiede il massimo riserbo". Lo dice una fonte d'intelligence, a proposito degli sviluppi del sequestro di Greta Ramelli e Vanessa Marzullo, apparse in un filmato. Il video è ritenuto autentico dagli 007 italiani, anche se qualche dubbio riguarda la data, indicata in un foglio tenuto in mano da una delle ragazze nel 17 dicembre 2014.
"Abbiamo visto quel video - ha detto il padre di Vanessa - non ci sono molte parole da dire per ora, se non che siamo contenti di averle potute vedere e che stanno abbastanza bene". Salvatore Marzullo, padre della giovane volontaria di 21 anni di Brembate (Bergamo) che ha fondato insieme a Greta Ramelli (20 anni) l'associazione 'Horryaty' per assistere i civili vittime del conflitto in Siria, spiega, da un lato, che quelle immagini infondono un po' di "ottimismo, perché possiamo vederle dopo tanto tempo" e, dall'altro, chiarisce che resta forte la "preoccupazione per la loro condizione". Il padre della ragazza, inoltre, racconta che la sua famiglia, così come quella di Greta (che vive a Gavirate, in provincia di Varese), sono "sempre in contatto" con il ministero degli Esteri. "Non abbiamo molte parole da dire - ribadisce - speriamo di poter avere presto buone notizie, tutto può essere, per il resto possiamo solo restare ottimisti".
 "Mi auguro che noi, nel riserbo necessario in questi casi, si riesca a riportarle a casa". Così la presidente della Camera, Laura Boldrini. "Le ragazze mandano un grido di soccorso, un sos, chiedono aiuto. Certo, non sappiamo quanto questo video sia attendibile ma la situazione di queste ragazze è angosciante".