Alain Resnais |
Alain Resnais è stato uno dei più grandi registi francesi, esponente di spicco del 'Nouveau Cinema', che all'indomani della guerra ha voluto mettere a punto un nuovo linguaggio cinematografico, come altri 'grandi' quali Jean-Luc Godard, Ingmar Bergman e Michelangelo Antonioni. I suoi due primi lungometraggi, Hiroshima mon Amour (1959), finanziato e scritto da Marguerite Duras, e l'Anno Scorso a Marienbad (1960) in collaborazione con Alain Robbe-Grillet, considerati due capolavori che hanno segnato la storia del cinema moderno.
Nel 1966, passa alla sceneggiatura di Jorge Semprun sulla storia di un militante antifranchista spagnolo: La guerra è finita (1966) con Michel Piccoli che gli farà ottenere una menzione speciale al Festival di Locarno. Con Stavisky il grande truffatore(1974) che si avvale della recitazione di Jean-Paul Belmondo, Resnais rievoca gli scandali finanziari della Terza Repubblica, usando come pretesto la biografia del faccendiere Alexandre Stavisky, poi passa al brillante Providence (1977) con Dirk Bogarde che vince il César per il miglior film e miglior regia. È il suo unico film in inglese e l'unico che giochi criticamente sui rapporti con la letteratura. Due i film in cui dirige Gérard Depardieu: la commedia psicologica Mon oncle d'Amérique (1980) che si basa sulle teorie del fisiologo Henri Laborit sui meccanismi di difesa del cervello (vincitore del premio FIPRESCI e del Gran Premio della Giuria al Festival di Cannes) e Voglio tornare a casa! (1989) commedia-omaggio al fumettista Jules Feiffer.
Divorziato dalla moglie, diventa compagno dell'attrice Sabine Azéma, che dirige in La vita è un romanzo (1983), fiabesco punto di svolta del suo cinema, all'interno del quale gioca con Vittorio Gassman in diversi piani spazio-temporali, fra un genere e l'altro. Vincitore del Premio Luchino Visconti e della Nocciola d'Oro al Giffoni, viene spinto dal commediografo inglese Alan Ayckbourn a dirigere Smoking; No Smoking (1993) con la coppia Arditi-Azéma impegnati a ricoprire tutti i personaggi in scena e che fa leva su una serie di realtà alternative. Il progetto è ambizioso e i risultati sono un Orso d'Argento, e il doppio César per regia e film.
Celebrato con un Nastro d'Argento e con il Leone d'Oro alla carriera, vince un nuovo César con Parole, parole, parole (1997) e, sempre con Ayckbourn, mette in scena la pièce teatrale "Private Fears in Pubblic Place" trasformandola in Cuori (2006) che vince il Leone d'Argento per la regia, l'Orso d'Oro al Festival di Berlino e un altro FIPRESCI. Nel 2009, è il tempo di Gli amori folli, con un nuovo premio speciale della giuria al Festival di Cannes.
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