ROMA, 8 gennaio - Il governo sta per varare un decreto con cui sarà cancellato, dopo sette anni, il reato di clandestinità. Via l'ammenda, resterebbe in vigore solo l'allontanamento dal Paese. La misura è fortemente sostenuta dal ministro della Giustizia, Andrea Orlando, ma la maggioranza non sembra compatta al riguardo. L'Ncd di Angelino Alfano promette battaglia e il via libera al decreto, già pronto, slitta alla prossima settimana.
I dubbi dei centristi - Secondo il quotidiano La Repubblica, a mettere i paletti e a frenare è stato proprio il ministro dell'Interno. Alfano era alla Giustizia quando, nel 2009, il decreto sicurezza emendò il testo unico sull'immigrazione. Quanto accaduto in Germania e in altri Paesi la notte di Capodanno avrebbe convinto Alfano della necessità di attendere. "Non c'è un cessate allarme che potrebbe giustificare il ripiegamento - si dice dalle parti del Nuovo Centrodestra -. Non è politicamente opportuno retrocedere".
La legge del 2009 - Il reato di clandestinità è stato introdotto nel luglio del 2009 per chiunque entri nel nostro Paese in modo illegale. Il testo prevede una ammenda da 5mila a 10mila euro o, in alternativa, da uno a cinque anni di reclusione.
La bocciatura dell'Europa - Il rimpatrio e le sanzioni penali previste dalla legge, tuttavia, non convinsero la Corte europea di Giustizia. Secondo i giudici di Lussemburgo, che si pronunciarono già nel 2011, il provvedimento rischia di ledere il rispetto dei diritti fondamentali.
Maroni: "Sarà un'invasione" - "Renzi cancella per decreto il reato di immigrazione clandestina: prepariamoci all'invasione #cosedamatti". Lo scrive su Twitter il governatore della Lombardia Roberto Maroni.
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