mercoledì 15 aprile 2015

GIAPPONE, un tribunale blocca il riavvio di due reattore nucleari a Takahama


I reattori di Takahama, spenti

TOKIO - Un tribunale giapponese ha bloccato il riavvio di due reattori nucleari nella città occidentale di Takahama, dopo che la gente locale aveva sollevato preoccupazioni per la sicurezza.
L'impianto ha già ottenuto l'approvazione dell’autorità di tutela nucleare del Paese.
Ma i locali avevano chiesto al tribunale della prefettura di Fukui, dove si trova Takahama, di intervenire, dicendo che la centrale non sarebbe in grado di sopportare un forte terremoto.
Tutti i 48 reattori commerciali in Giappone rimangono offline dopo il disastro del 2011 a Fukushima.
La sentenza è un duro colpo per la decisione del primo ministro Shinzo Abe di riattivare i reattori.
Abe ha detto che l'arresto sta danneggiando l'economia già in difficoltà, costringendo il Giappone a importare combustibili fossili costosi per compensare il deficit di potenza.
L’operatore degli impianti Takahama, Kansai Electric, ha detto che l'impianto soddisfa le norme di sicurezza accresciute introdotte dal regolamento dell'Autorità nucleare (NRA), dopo Fukushima.
Ma la corte ha concordato con i nove residenti locali che avevano presentato un'ingiunzione e ha stabilito che la società era stata troppo ottimista nel ritenere che nessun terremoto importante avrebbe colpito la regione. Ha inoltre criticato le norme di sicurezza NRA come "prive di razionalità".
Kansai Electric ha detto che stava considerando di presentare appello contro la sentenza.
Prima dell'incidente, causato da un terremoto massiccia e dallo tsunami, circa il 30% della potenza del Giappone era generata dal nucleare.

Finora solo due reattori - nella Prefettura di Kagoshima nell'estremo sud - sono stati approvati per il riavvio. Essi sono destinati a diventare operativi entro la fine dell'anno, ma questa mossa viene anche contestato in tribunale.

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