giovedì 16 aprile 2015

DIREZIONE PD approva la legge elettorale, ma la minranza se ne va. Si è dimesso Speranza

ROMA, 16 aprile - "Sono qui per chiedere che l'assemblea del gruppo confermi la linea che la direzione ha dato": il voto della legge elettorale senza modifica". Così il premier Matteo Renzi questa sera all'assemblea del gruppo Pd, spiegando che la sua volontà è "chiudere la discussione sulla legge elettorale in modo definitivo". "Oggettivamente la mediazione sulla legge elettorale c'è stata ed è in linea con il dibattito interno al Pd. Ora la nostra discussione deve essere depurata da toni di Armageddon". "La legge elettorale perfetta non esiste da nessuna parte - ha quindi aggiunto Renzia  -. Chi voterà la proposta della segreteria - ha proseguito - parte dalla consapevolezza che non esiste la legge perfetta. Chi deciderà di votare contro dovrebbe comunque riconoscere un lavoro di mediazione e di cambiamento lungo 14 mesi Questo governo è legato a questa legge elettorale nel bene e nel male". In pratica Renzi ha di fatto legato il governo all'approvazione dell'Italicum senza modifiche. E la direzione Pd, dopo mezzanotte, ha approvato la linea di Renzi, ma la minoranza non ha partecipato al voto. Su 310 componenti del gruppo, i presenti, che hanno votato tutti sì, sono stati 190. Assenti in 120. Un vero e proprio strappo, gravido di conseguenze (120 non sono pochi).

Il capogruppo del Pd Roberto Speranza ha annunciato le proprie dimissioni all'Assemblea del deputati Pd. Sulla riforma elettorale "c'è un profondo dissenso". Matteo Renzi avrebbe dovuto "ascoltare di più il partito" sulla legge elettorale, ha detto Speranza. "Quando siamo partiti c'era tutta la maggioranza e Forza Italia... Oggi siamo solo noi. Per questo Renzi avrebbe dovuto ascoltare di più il partito". Speranza lancia un ulteriore appello: "Perché non fare uno sforzo in più? Sono 100 i nominati dal partito che vince e 290 nominati dai partiti piccoli. Costringiamo quei partiti ad esprimere un pezzo di eletti con le preferenze. Questo è il momento. Proviamo in queste ore, basterebbe poco".

Non è un tema né di disciplina di partito né di voto di coscienza ma di responsabilità: se si sceglie di andare avanti così, io non ci sto. Lo ha detto, secondo quanto si apprende, Pier Luigi Bersani nel suo intervento in assemblea Pd. Bersani aveva già affermato di non essere disposto a votare l'Italicum senza modifiche.

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