BANGKOK, 11 aprile - Sei persone sono state ferite lievemente nell'esplosione di un'autobomba in un centro commerciale dell'isola di Samui, una delle mete turistiche più popolari in Thailandia. Coinvolto anche una bambina italiana di 12 anni: per lei solo spavento. L'ordigno è esploso all'interno di un pick-up parcheggiato nei sotterranei del Central Festival, un centro commerciale. Nessuno ha ancora rivendicato l'attentato. La bambina dopo un breve controllo non è stata nemmeno ammessa in ospedale.
Secondo i media thailandesi, alla stessa ora dell'esplosione altri due incendi si sono verificati a Surat Thani e Phang Nga (entrambe nel sud, come Samui), distruggendo un centro commerciale e un negozio. Non è chiaro se i tre fatti siano legati tra loro.
Per il quotidiano Bangkok Post, a Samui la polizia crede che il veicolo esploso fosse stato rubato nelle tre province del profondo sud dove dal 2004 una ribellione separatista della minoranza musulmana ha causato quasi 6mila morti.
La Thailandia ha appena rimosso la legge marziale in vigore dal colpo di Stato dello scorso maggio, ma forti tensioni politiche continuano a minare la stabilità del Paese: oltre alla guerriglia nel sud (in un'area non turistica), tra i sostenitori del governo deposto di Yingluck Shinawatra c'è risentimento per il golpe. Proprio venerdì cadeva il quinto anniversario di una delle giornate più violente delle proteste delle "camicie rosse" pro-Shinawatra a Bangkok, represse militarmente con 91 morti e quasi 2mila feriti. La giunta militare ha vietato qualsiasi cerimonia di commemorazione di quegli eventi.
La Thailandia accoglie 26 milioni di turisti all'anno, e il settore si sta riprendendo solo ora dopo il calo dell'anno scorso, in larga parte dovuto a delle prolungate proteste anti-governative a Bangkok e al successivo colpo di Stato.
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