TORINO, 17 aprile - Il papà torinese Enzo Costanza, scappato martedì scorso col figlio neonato bloccato dalla polizia spagnola ad Albacete è stato arrestato in serata dalla polizia spagnola. "Lo perdono, è un buon padre e ha trattato bene nostro figlio", ha detto la donna. "Spero stia bene...".
Decisivi, per l'individuazione del padre, che soffre di disturbi psichici, sono stati gli acquisti effettuati con la carte di credito. E, questa mattina, la telefonata - prima e unica da quando si era allontanato - alla moglie: "Tranquilla, ti riporto il bambino. Io, poi, non so cosa farò...". Pochi secondi, ma sufficienti per rintracciare il cellulare e permettere ai carabinieri del Comando Provinciale di Torino, che hanno coordinato le ricerche, di stringere il cerchio attorno all'impiegato di 39 anni e al figlioletto. In stato confusionale, il padre non ha opposto resistenza ed è stato trattenuto in commissariato, inizialmente non in stato di fermo. Il provvedimento di "detention" è stato disposto in serata, al termine di un lungo interrogatorio durante il quale, secondo quanto appreso, non ha dato risposte esaustive. Né ha saputo spiegare dove fosse diretto. Forse in Portogallo al Santuario di Fatima, una meta religiosa per questo impiegato diventato negli ultimi mesi - secondo quanto riferito da alcuni conoscenti - molto religioso. Secondo il codice penale spagnolo, Costanza verrà sottoposto a processo per direttissima. Già domani comparirà davanti a un giudice del tribunale di Albacete, che dovrà decidere se convalidare l'arresto - e stabilire l'entità della pena - oppure scarcerarlo, mentre in Italia resta indagato per sottrazione di minore dalla procura di Torino, che ha aperto un fascicolo affidato al pm Valerio Longi. "Non c'è stata alcune violenza sul bambino, che è stato trattato bene", ha riferito il comandante provinciale dei carabinieri di Torino, colonnello Arturo Guarino, che in una conferenza stampa ha ricostruito la folle corsa dell'uomo. Dalla fuga da un centro commerciale alle porte di Torino, dove si era fermato per far comprare alla moglie un regalo al bambino, alla prima notte, trascorsa in un hotel Ibis di Lione. Ieri la sua Fiat Freemont è stata immortalata presso un distributore di benzina, nella zona di Valencia, dove ha pagato il pieno con una carta di credito. Nei fotogrammi, ingranditi al massimo dalla polizia scientifica, si vedeva sul sedile posteriore dell'auto l'ovetto verde del piccolo. Poi di nuovo il nulla, con mamma Stefania attaccata al telefono nella speranza che l'uomo si mettesse di nuovo in comunicazione con lei. Lo squillo decisivo alle 9.30 circa di questa mattina. Poche ore dopo l'identificazione, sempre in un centro commerciale, ma a quasi duemila chilometri di distanza da casa, e la fine dell'incubo.
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