domenica 24 novembre 2013

I molisani di Roma ricordano il grande Jacovitti



Cocco Bill
ROMA - L’omaggio della comunità molisana di Roma ad uno dei più geniali corregionali,  Benito Jacovitti, nato a Termoli nel 1923 e morto a Roma nel 1997, assoluto protagonista dell’illustrazione italiana, attraverso una grande mostra che include tutti i cento personaggi disegnati dal vignettista molisano. L’esposizione, denominata “Jacovitti, la matita molisana”, è promossa dal Formez PA in collaborazione con l’associazione “Forche Caudine”, lo storico circolo dei molisani a Roma e con l’associazione “Millepiani”. Sarà visitabile gratuitamente dal 29 novembre al 1 dicembre 2013 nell’ambito della rassegna “Molise, un’altra Storia”, patrocinata da Roma Capitale.
Jacovitti tuttora rappresenta un’icona per generazioni di appassionati del fumetto e dell’illustrazione, un punto di riferimento tra i più significativi ed emblematici.
La mostra, realizzata dall’associazione “Carnevalspettacolo” di Ghemme (Novara) e ospitata nell’innovativo coworking “Millepiani”, offre l’occasione di riproporre al pubblico degli appassionati e dei curiosi l’opera dell’artista molisano in tutte le sue articolate sfaccettature.
Ingresso gratuito.
Orari e informazioni: tel. 06.88817620

LA BIOGRAFIA
Jacovitti

Nato in una famiglia di origine slava-albanese[1], all'età di sette anni iniziò a mostrare il suo interesse per i fumetti.  Si trasferisce, ancora bambino, con la famiglia prima a Macerata, poi a Firenze dove frequenterà il liceo artistico.Nel 1939, ancora sedicenne, iniziò la sua carriera pubblicando per la rivista satirica fiorentina Il brivido alcune panoramiche (ovvero delle tavole a pagina intera piene di gag) di cui la prima, la linea Maginot, ironizzava sulla guerra; poi la storia a fumetti Pippo e gli inglesi che lo fece subito notare procurandogli la collaborazione quasi trentennale per il settimanale Il Vittorioso dell’editrice cattolica AVE,  che l'avrebbe fatto conoscere a tutta l'Italia. L'esile corporatura del giovane Jacovitti gli valse il soprannome di Lisca, e per questo come icona con cui firmare le sue tavole adottò appunto una lisca di pesce. Passati i decenni e diventato ben più corpacciuto, Jac stesso ebbe modo di autoironizzare sul persistente uso della "lisca" come firma, affermando qualcosa tipo "forse dovrei passare a un grosso pesce o a una balena, ma da giovane ero davvero allampanato e magrissimo". La collaborazione con Il Vittorioso nata nel 1940  sarebbe continuata fino al 1969 quando questo chiuse i battenti.
Jacovitti continuò il suo lavoro con il Giorno dei Ragazzi  Il Giorno dei Ragazzi, supplemento de Il Giorno , per il quale, il 28 marzo 1957 aveva creato il suo più famoso personaggio, Cocco Bill. 
« Siamo nella seconda metà del secolo scorso e le vicende del nostro si svolgono nel leggendario far west.
Arizona? Texas? Colorado? Fate voi, ragazzi. L'essenziale è che sia far west! »
(Questo, come altri, è un esempio di come Benito Jacovitti usava introdurre le sue storie.
Questo è  il testo dell'incipit di "Cocco Bill fa sette più")
Sempre per Il Giorno crea tre formidabili personaggi romani: Tizio, Caio e Sempronio i quali si esprimono nel più maccheronico  dei latinorum.
Sempre sul Giorno dei Ragazzi (allegato settimanale del quotidiano grazie al quale la tiratura aumentava di circa 40/50.000 copie) dava vita alla saga di Tom Ficcanaso, giornalista detective protagonista di molte storie, Gamba di Quaglia, Chicchirino, Microciccio Spaccavento, Gionni Galassia.
Anche sul quotidiano erano famose le sue panoramiche all'ultima pagina a colori sulle edizioni del lunedì, mentre sul Giorno della Donna nacque Lolita Dolcevita e sul quotidiano Elviro il Vampiro e la storia a strisce di Baby Tarallo.
Nei primi anni cinquanta u anche collaboratore del Quotidiano, giornale dell'Azione Cattolica , per il quale produsse vignette con più chiari spunti satirici legati all'attualità politica dell'epoca (in pratica fu il primo in Italia a fare una vignetta in prima pagina che era quasi un editoriale). Dalla fine degli anni quaranta  nel quale, insieme a Federico Fellini, diede luogo alla storia anticomunista sui "due compagni" che dovette abbandonare per resistenze da parte dell'editrice AVE del Vittorioso (il grande Jacovitti, gli dissero, non può collaborare con un giornaletto del genere) e quindi Jacovitti continuò con lo pseudonimo di "Franz" mentre poi dal 1957 al 1960, realizzò tre meravigliose storie a fumetti: Sempronio, Pasqualino Rififì e Alonzo.
Continuò anche il lavoro con il Corriere dei Piccoli dal 1968 al 1982 dando vita al mitico Zorry Kid (parodia di Zorro), Jak Mandolino (personaggio ripreso dal Vittorioso e modernizzato dalla presenza del "diavoletto tentatore" Pop Corn ), Tarallino, Checco e continuando con la pubblicazione di Cocco Bill. Da ricordare poi la prestigiosa collaborazione con la rivista Linus, nata nel 1965 sotto la guida di Oreste del Buono  dove creò prima Gionni Peppe e poi Joe Balordo.
La sua ultima collaborazione, iniziata nel 1978, è con Il Giornalino delle  Edizioni San Paolo, che continua ancora oggi a redigere storie sul suo personaggio più famoso, Cocco Bill, realizzate dal suo allievo Luca Salvagno . Negli anni novanta  ormai anziano usa farsi inchiostrare le tavole da un giovane autore svizzero d'origini serbe trapiantato nel Salentino, Nedelijko Bajalaica, che lo seguirà fino agli ultimi giorni prima come assistente e poi come co-autore nella serie RAP realizzata per la Balacco Editore.Jacovitti è entrato a pieno titolo negli annali storici del fumetto italiano. soprattutto grazie alla forma caricaturale dei suoi personaggi. I comics  di Jacovitti hanno riscosso il plauso della critica, e si sono intrecciati spesso con gli accadimenti di portata epocale che hanno contraddistinto l'evolversi dell'Italia.Tantissimi gli scolari degli anni sessanta-settanta che, fra libri e quaderni, nel loro zainetto non facevano mai mancare il suo diario, il famosissimo Diario Vitt.
La caratteristica forma anatomica dei piccoli personaggi ai quali ha dato vita sulla carta, la loro espressione a volte gioiosa, a volte grottesca, i suoi salumi e affettati, serpenti e lumaconi che guardano con ogni tipo di espressione, nonché tanti altri oggetti i più diversificati e sparsi nei posti più impensati, lo hanno reso popolare al grande pubblico.

Non molti sono a conoscenza di una sua produzione di fumetti per adulti, contraddistinte dal suo solito stile, ma comunque esplicite su temi sessuali. Nel 1977 infatti pubblica, assieme a Marcello Marchesi, il libro Kamasultra. In tutta l'opera di Jacovitti c'è invero una punta di erotismo seppur accennato e caricaturale. In un'intervista di fine anni settanta l'autore racconta le costrizioni della censura sul suo lavoro giovanile giunta fino a imporgli delle figure femminili asettiche, in perfetta antitesi con la sua tendenza a esagerarne gli attributi. Nel 1991 lo scrittore Fulvio Abbate volle curare una sua mostra di tavole originali alla Galleria "La Nuova Pesa" di Roma, forse il primo riconoscimento che il genio del fumetto italiano, l'inventore di Cocco Bill e del "Diario Vitt", in vita abbia mai ricevuto in uno spazio espositivo "colto". In quella circostanza Cesare Medail scrisse sul "Corriere della Sera" che "la sinistra ha finalmente riabilitato Jacovitti".
Jacovitti si è impiegato anche nella pubblicità: famosi i caroisellicon Coccobill, quelli di Zorry Kid per l'olio Teodora e, prima di tutti, quelli di Pecor Bill per la Lanerossi Vicenza; ma sempre in pubblicità fece un lavoro gigantesco creando oltre 100 campagne pubblicitarie (dalla Esselunga ai Concessionari FIAT, dalla Autobianchi ai Caravan ARCA, dalla Banca Popolare dell'Emilia alle casseforti STARK, dalla Voxson alle Ferrovie dello Stato, dalla Schiapparelli all'Ambra Solare, ecc.), e nella cartellonistica politica, come autore schierato per i Comitati Civici, con numerosi poster di natura satirica apprezzati anche dai partiti di opposizione.

A Termoli il liceo artistico è intitolato a Benito Jacovitti[2]

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