ROMA, 3 febbraio - La terapia di dodici settimane per curare l'epatite C in Italia sarebbe costata oltre 74mila euro con un piccolo intervento da parte del Sistema sanitario nazionale, ma acquistando gli stessi farmaci online in India l'esborso fu solo di 2.500 euro, un trentesimo dell'italica spesa. Peccato, però, che il pacco salvavita fu fermato alla dogana dell'aeroporto di Roma Ciampino e da lì ebbe inizio l'odissea legale di un pensionato milanese 70enne, Roberto Orazio Maria Del Bo, che oggi può cantare vittoria. Il suo ricorso al Tribunale del Riesame apre la strada alla libertà di cura dell'epatite C a costi ragionevoli, come riporta il quotidiano La Verità.
La giustizia ha infatti riconosciuto al malato la facoltà di importare in Italia a un prezzo stracciato l'antivirale, tra l'altro arrivato in tre confezioni per uso esclusivo personale e non per fini commerciali. Ma Roberto Del Bo non si accontenta di questa vittoria.
Dopo essere dovuto andare a curarsi direttamente in India, spendendo sul posto 800 euro per tutta la terapia farmacologica, mentre era in attesa della pronuncia del Tribunale sull'accusa di importazione illegale di medicinali, il pensionato ha anche citato in giudizio il ministero della Sanità e l'Aifa, l'Agenzia italiana del Farmaco, per aver anteposto interessi economici al diritto costituzionale alla salute.
Il servizio sanitario nazionale, infatti, fornisce cure gratuite solo ai pazienti con malattia già degenerata in cirrosi o contratta dopo un trapianto di fegato.
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