CATANZARO, 2 febbraio - Minaccia ed estorsione aggravata dal metodo mafioso, corruzione, peculato, abuso d’ufficio e turbativa d'asta. Sono queste le accuse mosse nei confronti di politici, imprenditori e amministratori pubblici della Regione Calabria coinvolti con la cosca ‘ndranghetista dei Mancuso di Limbadi nella gestione dei fondi europei destinati alle famiglie in difficoltà. La procura distrettuale antimafia di Catanzaro ha richiesto un’ordinanza di custodia cautelare per nove persone, fra cui ci sarebbe anche l’ex assessore al Lavoro della Calabria.
La gestione dei fondi europei - L’inchiesta si è concentrata principalmente sulla gestione dei fondi di credito sociale che arrivavano da Bruxelles. In particolare, l'attività ha accertato l’esistenza di un comitato d'affari che distraeva i finanziamenti comunitari vincolati al progetto regionale "Credito sociale", indirizzandoli su conti correnti di società private, anche all’estero. Oltre che alle ordinanze di custodia cautelare, è in corso di esecuzione un decreto di sequestro preventivo di beni per un valore di circa due milioni di euro. L'operazione è stata coordinata dal Procuratore della Repubblica di Catanzaro, Nicola Gratteri, e il provvedimento è stato eseguito dal Ros insieme alla Guardia di finanza di Vibo Valentia.
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