domenica 4 dicembre 2016

TURISMO, viaggio nelle spezie dell'INDIA

Ecco un breve viaggio alla scoperta dell’arte culinaria indiana
Innanzitutto va precisato che non esiste una cucina indiana unitaria. A causa dei diversi influssi culturali, religiosi e regionali, nel vastissimo contenente indiano la cultura culinaria si è sviluppata in modo differente. Al nord quindi si consuma più carne, anche se i seguaci dell’Islam (al nord sono diversi) si tengono naturalmente lontani dalla carne di maiale, mentre gli induisti non mangiano carne di mucca per motivi religiosi. Chiunque sia mai uscito mezzo addormentato dalla propria camera per trovarsi faccia a faccia con il curioso spettacolo di una mucca che ti fissa dall’altro lato della strada lo sa bene: nell’Induismo la mucca è sacra, può fare ciò che vuole e blocca persino il traffico stradale.

Un mix piccante

Quanto più ci si addentra a sud, tanto più la cucina diventa vegetariana, ma anche più piccante. Ed ecco che abbiamo già raggiunto la vera anima della cucina indiana: le miscele di spezie. Basterebbe il piccante Garam Masala (“mix piccante”) per far sudare chiunque. Il termine “curry” è stato però coniato dai coloni britannici e in India viene usato per indicare soltanto la salsa speziata composta da una sapiente combinazione di spezie. Le spezie aromatiche sono praticamente onnipresenti: curcuma, cardamomo, cumino e coriandolo. Ogni famiglia ha inoltre le sue miscele personali, che vengono tramandate di generazione in generazione intorno ai fornelli domestici.
La famiglia riveste un’importanza particolarmente fondamentale nella società indiana. Non c’è quindi da stupirsi che anche i lavoratori preferiscano i sapori di casa propria. Ed è per questo motivo che all’epoca coloniale si è sviluppato il sofisticato sistema di trasporto del Dabbawalas (“coloro che trasportano le scatole in alluminio”), che si occupava di consegnare ogni giorno il cibo preparato della propria amata sposa ai lavoratori impegnati sul luogo di lavoro.



Foto: flickr.com | meanestindian

Da dove incominciare?

È arrivato il momento di metterci a tavola! O in questo caso meglio dire sul pavimento, dove le famiglie indiane mangiano abitualmente quando sono a casa propria, seduti a gambe incrociate ed esclusivamente con la mano “pulita”, quella destra. Tutto viene servito contemporaneamente e nulla deve mancare: pane di ogni tipo, che sia il classico chapatis di farina bianca, il naan (il cui impasto viene fermentato con yogurt e lievito), il puri fritto, il papad croccante fatto di farina di lenticchie o il parathas (pane farcito con verdure o patate). Oltre a pane e riso (idealmente l’aromatico riso basmati) viene servito yogurt in abbondanza, che serve a smorzare la piccantezza dei piatti, nonché ogni sorta di zuppa con i daal (lenticchie di ogni tipo), patate, fagioli o spinaci. E dato che gli indiani amano le loro spezie, ecco che viene servito anche l’acar, frutta o verdura marinate con olio e spezie, e il chutney, una piccante salsa agrodolce


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Foto: flickr.com | meanestindian




Old Delhi, India - December 12,2011: A busy street in the Old Delhi Night Market in India. Some Muslims walk by in the foreground, whereas in the background, a street food seller can be seen preparing dinner
Quando i pasti non vengono consumati nel proprio nucleo familiare, gli indiani mangiano di buon grado gli snack venduti dai venditori ambulanti: da queste parti non scarseggiano certo street food prelibati, come per esempio i samosa (impasti ripieni con un mix speziato di piselli e patate) o i gol gappas, ma anche i dolci, come i laddu fritti in farina di ceci (in genere in India sono molto popolari i dolci fritti e immersi nello sciroppo di zucchero). Ovviamente è importante valutare in prima persona le condizioni igieniche dei banchetti prima di fare acquisti. Ma nonostante abbia provato ogni tipo di street food, personalmente ho avuto dei problemi soltanto una volta: in un hotel che voleva imitare la cucina occidentale servendo delle uova alla coque.

Dopo aver mangiato si usa sorseggiare una tazza di Masala Chai, senza dubbio la bevanda nazionale indiana, che grazie agli inglesi si è diffusa in tutto il mondo. È possibile acquistare una tazza di chai praticamente ad ogni angolo dai tipici Chaiwalas (“quelli con il chai”). Il chai completa l’esplosione di sapori della cucina indiana e risveglia dalla sonnolenza dopo un lauto pranzo. Ed è così che anche io mi sveglio dal mio sogno ad occhi aperti alla scoperta dell’India!

Ricetta Masala Chai (8 tazze)

6 tazze d’acqua
4 tazze di latte
6 capsule di cardamomo (oppure macinato)
4 chiodi di garofano
1 cucchiaino di semi di finocchio
1 cucchiaio di anice
1 bastoncino di cannella
½ cucchiaino di zenzero tritato
Zucchero a piacere
4 cucchiaini di tè nero
Mescolare in una pentola tutti gli ingredienti a parte il tè e portare ad ebollizione. Mescolare e lasciare quindi sobbollire a fuoco basso e senza coperchio. Aggiungere il tè nero e riportare ad ebollizione. Abbassare il fuoco e lasciare in infusione per circa 10 minuti, per poi filtrare il tè e gustarlo!.




Foto: iStock.com/tatakis

Dopo aver mangiato si usa sorseggiare una tazza di Masala Chai, senza dubbio la bevanda nazionale indiana, che grazie agli inglesi si è diffusa in tutto il mondo. È possibile acquistare una tazza di chai praticamente ad ogni angolo dai tipici Chaiwalas (“quelli con il chai”). Il chai completa l’esplosione di sapori della cucina indiana e risveglia dalla sonnolenza dopo un lauto pranzo. Ed è così che anche io mi sveglio dal mio sogno ad occhi aperti alla scoperta dell’India!

Ricetta Masala Chai (8 tazze)

6 tazze d’acqua
4 tazze di latte
6 capsule di cardamomo (oppure macinato)
4 chiodi di garofano
1 cucchiaino di semi di finocchio
1 cucchiaio di anice
1 bastoncino di cannella
½ cucchiaino di zenzero tritato
Zucchero a piacere
4 cucchiaini di tè nero
Mescolare in una pentola tutti gli ingredienti a parte il tè e portare ad ebollizione. Mescolare e lasciare quindi sobbollire a fuoco basso e senza coperchio. Aggiungere il tè nero e riportare ad ebollizione. Abbassare il fuoco e lasciare in infusione per circa 10 minuti, per poi filtrare il tè e gustarlo!

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