martedì 14 luglio 2015

TSIPRAS, e adesso pover'uomo (e poveri greci)?

ATENE, 14 luglio - Un percorso minato con tempi serrati, sia in Grecia che in Europa. Sono le prossime tappe per scongiurare definitivamente l'uscita di Atene dall'Eurozona. Queste prevedono l'attuazione dell'onerosa lista di nuove riforme che la Grecia si è impegnata a fare nell'arco di dieci giorni, a cui si sommano le scadenze dei pagamenti e, in un'ulteriore corsa contro il tempo, la ricerca del via libera dei Parlamenti nazionali all'accordo raggiunto a Bruxelles da cui dipende lo sblocco degli aiuti per evitare il default. I deputati di Syriza, già in rivolta, dovranno rispettare la tabella di marcia indicata dall'Eurosummit, che non ammette ritardi. L'Fmi: "Atene non ha rimborsato altri 456 mln". 
L'accordo per avere gli aiuti è costato molto a Tsipras, più di quanto credesse dopo l'euforia post-referendum. E' stato costretto ad accettare il "catalogo delle atrocità", come l'ha definito lo Spiegel: dal ritorno della Troika alla cessione di asset pubblici per rimborsare i creditori, difendendo quel poco di positivo che ha ottenuto e che può provare a vendersi a casa. Come l'apertura sul "riscadenzamento" del debito, una misura che sarà considerata solo una volta che saranno rispettate tutte le condizioni. 

Tsipras ha lottato per 17 ore, soprattutto contro la Germania diAngela Merkel e Wolfgang Schaeuble, ma la sua posizione dopo il referendum era drasticamente più debole. "L'avevo detto che sarebbe uscito indebolito", spiega il presidente della Commissione Ue Jean Claude Juncker, che non vede "né vincitori né vinti" in questa partita finita all'alba del giorno dopo e giocata nel vertice piu' lungo che la storia europea ricordi.

L'ex ministro delle Finanze Yanis Varoufakis commenta: "Avevo un piano", ma Tsipras ha ceduto ai creditori, è la stoccata. Il premier greco partiva con un handicap fortissimo: quasi nessuno si fidava di lui, i tedeschi per niente. Il Papa è tra i pochi a dargli credito: "I governanti greci che hanno portato avanti questa situazione di debito internazionale hanno anche una responsabilità. Col nuovo governo greco si è andati verso una revisione un po' giusta", ha commentato Francesco auspicando una soluzione dal volo da Asuncion.

Sul tavolo il premier si è trovato un documento durissimo dell'Eurogruppo, che lo costringeva anche a fare retromarcia su tutte le misure di sollievo alla popolazione approvate in questi mesi. Oppure, a scegliere una Grexit temporanea. Dopo una notte di trattativa, le rinunce vengono ridotte ma restano i capisaldi dell'austerità: dall'abolizione della contrattazione collettiva alla reintroduzione dei licenziamenti collettivi. E la condizione più umiliante di tutte: creare un fondo dove confluiranno asset pubblici da vendere o monetizzare, per arrivare ad un fondo da 50 miliardi, da cui attingere per pagare il debito Esm. In pratica i creditori prestano aiuti, ma chiedono un'ipoteca in beni dello Stato. Berlino voleva che il fondo avesse sede in Lussemburgo, Francia e Italia si sono opposte: "Sarebbe stata un'umiliazione", per il premierMatteo Renzi.

L'accordo sulla "road map" per arrivare all'apertura dei negoziati con il fondo salva-Stati Esm per il terzo salvataggio è solo una tappa transitoria, che non risolve il problema delle necessita' finanziarie di Atene nell'immediato. L'Eurogruppo infatti sta lavorando a un "prestito ponte" per consentire alla Grecia di pagare i debiti con il Fmi e Bce di luglio e agosto, cioè 12 miliardi di euro. Ma anche questa non è cosa facile: "La questione del prestito ponte è molto complessa e ancora non abbiamo trovato la chiave", ha detto il presidente Jeroen Dijsselbloem, rieletto per un secondo mandato alla guida del'Eurogruppo. I negoziati proseguiranno all'Ecofin.

Riforme - Entro domani Atene deve approvare la riforma dell'Iva, l'abolizione delle baby pensioni, assicurare l'indipendenza dell'ufficio di statistica, creare il "Fiscal Council" previsto dal Fiscal Compact per controllare i bilanci. Entro il 22 luglio devono poi passare anche l'adozione del Codice di procedura Civile e la direttiva di risoluzione delle banche che vieta l'intervento degli Stati nelle banche.

Eurogruppo - Tra mercoledì sera o più probabilmente giovedì mattina, un Eurogruppo verosimilmente in teleconferenza valuterà se Atene ha adottato le misure richieste a tempo di record. Da questo dipende il via libera all'avvio dei negoziati per definire il programma Esm.

Bce - Cruciale riunione del board della Bce giovedì mattina che, anche in base alla valutazione dell'Eurogruppo, dovrà decidere se mantenere e aumentare la liquidità di emergenza alle banche greche che sono al collasso.

Parlamenti nazionali - Il primo e più cruciale voto sull'accordo per salvare Atene sarà quello del Bundestag tedesco, probabilmente venerdì. Gli altri Paesi che devono votare al più presto nei prossimi giorni, e che come la Germania non hanno ancora definito un calendario essendo già i Parlamenti in pausa estiva, sono Finlandia, Austria, Lettonia, Estonia e Slovacchia. 

Scadenze -  Scaduta anche una seconda rata al Fmi da 450 milioni dopo quella da 1,6 miliardi di fine giugno, la data cruciale è quella del 20 luglio, quando Atene deve rimborsare alla Bce 3,5 miliardi, mentre venerdì giunge a scadenza circa un altro miliardo di titoli.

Prestito ponte e programma Esm - Non ci sono date né tempistiche obbligatorie per far partire il prestito ponte, che però dovrà far fronte a circa 12 miliardi di rimborsi alle istituzioni e a 10 miliardi per le banche. La data chiave dovrebbe restare però il 20 luglio, quando scatta il rimborso alla Bce. Per definire e far partire il programma Esm con i suoi esborsi, invece, si prevedono all'incirca 4 settimane di negoziati, una volta ottenuto il via libera dall'Eurogruppo.

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