ORBETELLO, 28 luglio - Il dramma che sta colpendo in questi giorni la laguna di Orbetello costituisce senza ombra di dubbio la peggiore calamità capitata da sempre e questa volta la storica cooperativa dei pescatori di Orbetello è davvero in ginocchio di fronte alla grande moria, che ha interessato il bacino di Levante. Per ora è invece sotto controllo, per fortuna, quello di Ponente. Si parla di migliaia di pesci morti fra orate, mazzoni, spigole, cefali ed anguille, ancora di difficile quantificazione esatta, per un danno di milioni di euro.
Lo ha detto il presidente dei pescatori, Pier Luigi Piro, nel corso della conferenza stampa tenuta ieri alle peschiere di Ansedonia, laguna di levante, dove si è verificata la grave situazione ambientale dalla scorsa notte. «Allo stato attuale – ha detto il presidente dei pescatori – la perdita si aggira intorno agli oltre 200 tonnellate, ma la raccolta del pesce morto prosegue. Una perdita economica intorno ai 15-20 milioni di euro, tenendo conto che sono morti anche migliaia di avanotti, che mancheranno alla pesca nei prossimi 15-20 mesi». In prospettiva di pescato il danno per per i prossimi 4-5 anni resta tutto da valutare, dal momento che nella laguna di levante quasi tutto il pesce è andato perso.
«Non abbiamo tempo per pensare adesso – ha proseguito Piro – dobbiamo lavorare e togliere più pesce possibile, per non far ammalare la laguna, dobbiamo salvare quel poco che è possibile quel poco che è rimasto. E stiamo aspettando una nuova giornata di scirocco, dove l’ossigeno andrà sotto la soglia consentita. Speriamo che qualcuno ci aiuti perché adesso siamo soli, in balia di tutto. Ed abbiamo con quel che rimane poca autonomia anche economica. Fino a settembre poi, senza aiuti, almeno 100 addetti rischiano il posto». L’imperativo è raccogliere il pesce morto e continuare a pompare acqua di mare, per evitare nuove morie.
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