ROMA, 4 febbraio - "A Romeo chiederò di cambiare subito beneficiario". Lo ha detto il sindaco di Roma Virginia Raggi sulle polizze a lei intestate dell'ex capo alla segreteria del Comune. Intervistata da Enrico Mentana, ha spiegato: "Chiederò anche perché non mi ha avvertito, non averlo saputo è stata una cosa spiacevole". "Solo l'idea di questa polizza mi mette ansia", ha aggiunto il primo cittadino.
La sindaca si presenta di fronte a Mentana per raccontare ai romani, al M5S che continua a sostenerla e a tutto il Paese, la sua versione dei fatti contestati. Il tutto a meno di 24 ore dall'interrogatorio fiume e dalla diffusione delle notizie sulla polizia a lei intestata dall'ex capo staff, Salvatore Romeo.
Raggi mette in chiaro che le sue dimissioni da sindaca non arriveranno. Ammette di averci pensato, perché le pressioni che ha subito dal suo insediamento "avrebbero sfiancato un toro". Con Romeo dice di non aver parlato: troppo arrabbiata per farlo, ma attraverso i suoi avvocati gli ha fatto sapere che non sarebbe mai voluta essere beneficiaria di nessuna delle sue polizze". "Anche per scaramanzia", spiega con un filo d'ironia mantenuto durante tutta l'intervista, fin dal suo esordio: a Mentana che l'accoglie in studio chiedendole come va "Potevo stare meglio - risponde pronta - mancano solo le cavallette".
Raggi descrive un Romeo "mortificato", per averle presentato Marra, che con le sue conoscenze tecniche e dirette le ha aperto le porte del Campidoglio. Lo ritiene "in buona fede", un militante della prima ora "che ha agito con leggerezza", e che maneggia strumenti di investimento che lei che, spiega, i soldi "li mette nel materasso", erano sconosciuti e li sta approfondendo solo in queste ore, con i suoi avvocati. Raggi sa che quello sotto cui cade in queste ore, è "fuoco amico", che le chat e i dettagli sulle scelte finanziarie del suo staff può averli rivelati solo chi nel movimento conosce questi meccanismi e, soprattutto, conosceva chi li stesse utilizzando. Il M5S però, protesta, non si finanzia così: accetta, per trasparenza "solo microdonazioni". E smentisce così quelle "ricostruzioni surreali" che vogliono che queste polizze fossero strumenti per immobilizzare fondi da destinare a investimenti successivi, o addirittura, insinuano altre indiscrezioni e ricostruzioni, a spostare il consenso all'interno del M5S per determinare chi avrebbe dovuto essere il candidato sindaco tra lei e il pupillo della parlamentare Roberta Lombardi, cioè Marcello Di Vito.
Raggi lamenta con Mentana la particolare attenzione riservatale dalla stampa fin dal suo insediamento: a lei che quando la chiamano i magistrati "vado e rispondo - reclama - mentre molti altri si permettono di non andare o di non rispondere", suggerisce, con quella che molti vogliono leggere come una stoccatina al presidente della Regione Nicola Zingaretti. "Chi continuerà a diffondere notizie false ne risponderà nei tribunali", afferma secca. Ma la vera risalita, al momento, la prima cittadina romana non la deve affrontare all'esterno, ma all'interno del Movimento che l'ha eletta. "Virginia, spiega!": è l'appello di molti dei sostenitori sui social del M5S, tra i commenti agli articoli dei giornali online e dei siti che approfondiscono in queste ore le sue disavventure. Spiegazioni che darà ai suoi assessori, riuniti per la Giunta settimanale, ma che le chiedono, anche a mezzo stampa, molti suoi consiglieri, che la incontreranno in Campidoglio prima e dopo l'intervista televisiva. "Ho già chiesto scusa a tutti quando sono andata da Floris per essermi fidata", ricorda con una certa energia. Ai veleni interni non si piegherà: a Mentana che le chiede se è consapevole che c'è una parte del M5S che è contro di lei risponde amara: "E' una lezione che tutti prima o poi imparano nella vita. Ci sono persone che ti amano e persone che ti amano meno. Facciamocene una ragione e andiamo avanti".
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