ROMA, 11 gennaio - "Non abbiamo mai rubato dati né  svolto attività di spionaggio". Si sono difesi così Giulio e Maria Francesca Occhionero nel corso dell'interrogatorio di garanzia oggi a Regina Coeli. "Gli indirizzi mail sono pubblici e alla portata di tutti e non c'è alcuna prova di sottrazione di dati da parte nostra", hanno detto i fratelli arrestati con l'accusa di cyberspionaggio nei confronti di Renzi, del presidente della Bce Mario Draghi e di altri politici, figure istituzionali e imprenditori italiani.
Intanto, il capo della polizia, Franco Gabrielli, ha deciso di cambiare il direttore della polizia postale Roberto Di Legami, che ha condotto le indagini. 
Secondo alcuni media, la decisione sarebbe stata assunta ieri da Gabrielli perché il dirigente non avrebbe avvertito dell'indagine in corso (avviata nel marzo 2016) né lui né Matteo Renzi, premier in carica fino all'inizio di dicembre e tra le principali vittime dello spionaggio.

L'indagine - Ieri La polizia postale aveva arrestato i due fratelli accusati di aver spiato le email di politici, figure istituzionali e imprenditori italiani. Entrambi sono accusati di procacciamento di notizie concernenti la sicurezza dello Stato, accesso abusivo aggravato a sistema informatico e intercettazione illecita di comunicazioni informatiche o telematiche.
Tra i nomi delle vittime che compaiono nell'ordinanza, oltre a Renzi anche quelli dell'ex premier Mario Monti, dell'ex dg di Bankitalia ed ex ministro Fabrizio Saccomanni, degli ex ministri Piero Fassino e Ignazio La Russa, del cardinale Gianfranco Ravasi.

I protagonistiResidenza a Londra, domicilio a Roma. Uniti, determinati e scaltri con contatti all’estero. È questa l’immagine che emerge dalle carte dell’inchiesta della procura della capitale su Giulio e Francesca Maria Occhionero, i fratelli arrestati martedì mattina con l’accusa di spionaggio informatico nei confronti di politici e istituzioni.

Francesca Maria - Nata negli Stati Uniti, a Medford, nell’Oregon. La 48enne cittadina americana, dopo una laurea e un dottorato in chimica, è diventata una manager e negli ultimi 15 anni, si legge sul suo profilo LinkedIn, ha ricoperto "ruoli direzionali all'interno di diverse società e in consigli di amministrazione, occupandosi e maturando quindi esperienza sia nei settori tipicamente connessi allo start up di nuove aziende, alla gestione aziendale in genere (gestione del personale, dell'amministrazione, del contenzioso - legale, societario, amministrativo e giuslavoristico) che in quelli più direttamente legati alla gestione delle relazioni con la clientela". Ha avviato anche una start up per una casa vacanze a Roma ed è un’appassionata di corsa con ottimi tempi in maratone e corse competitive.

Giulio - Il 48enne ingegnere nucleare, nato a Roma, viene descritto dalle fonti investigative come un soggetto particolare, che ha fatto per anni vita monastica con un numero molto ridotto di frequentazioni. Fondamentale, si legge nell’ordinanza, il suo rapporto con “la massoneria italiana, in quanto membro della loggia 'Paolo Ungari - Nicola Ricciotti Pensiero e Azione' di Roma, della quale in passato ha ricoperto il ruolo di maestro venerabile, parte delle logge (la n. 773) del Grande Oriente d'Italia". Tra i nominativi presenti nel database sequestrato ci sono "elementi di vertice della massoneria italiana" e il sospetto degli inquirenti è che "l'interesse che Giulio Occhionero nutre nei confronti dei suoi fratelli massoni possa essere legato a giochi di potere all'Interno del Grande Oriente d'Italia". L’ingegnere aveva capito, o saputo, che la polizia era interessata a lui, tanto che aveva provato a distruggere i server e aveva contattato "cacciatori di teste" esteri, in Gran Bretagna ma anche Irlanda e Polonia, per “cambiare lavoro” e avere nuovi incarichi in aziende importanti come Deutsche Bank.

Il rapporto familiare - Dall'ordinanza di custodia cautelare emerge lo stretto rapporto tra i due fratelli e il forte senso di protezione nei confronti dell'anziana madre. "Giulio ti prego di non coinvolgere mamma nei nostri problemi, mi sembra che sia già abbastanza coinvolta e che ci stia aiutando più del dovuto", dice in un messaggio Whatsapp Francesca Maria al fratello.