mercoledì 11 gennaio 2017

La CONSULTA ha detto no al referendum sull'articolo 18, sì a quelli sui voucher e gli appalti


ROMA, 11 gennaio - Il referendum sull'art. 18 non si farà: la Corte Costituzionale ha dichiarato inammissibile il quesito. Il referendum proposto dalla Cgil puntava ad abrogare le modifiche apportate dal Jobs Act allo Statuto dei lavoratori e a reintrodurre i limiti per i licenziamenti senza giusta causa. Via libera invece ai quesiti sui voucher e sulla responsabilità in solido appaltante-appaltatore.

orenzin: "Da referendum nessun effetto sul governo" - Secondo il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, il referendum sui due quesiti del Jobs act "non ha niente a che vedere con la durata del governo che è impegnato fuori dal Palazzo a far fronte alle priorità del Paese e in Parlamento a fare la legge elettorale".

Salvini: "Sentenza politica" - "Dalla Consulta sentenza politica, gradita ai poteri forti e al governo come quando bocciò il referendum sulla legge Fornero". Questo il commento di Matteo Salvini, che ha aggiunto: "Temendo una simile scelta anche sulla legge elettorale il prossimo 24 gennaio, preannunciamo un presidio a oltranza per il voto e la democrazia sotto la sede della Consulta a partire da domenica 22 gennaio".

Di Maio: "Con referendum voucher spallata finale al Pd" - Sulla decisione della Corte Costituzionale è intervenuto anche Luigi Di Maio. "Questa primavera saremo chiamati a votare per il referendum che elimina la schiavitù dei voucher. Sarà la spallata definitiva al Pd, a quel partito che ha massacrato i lavoratori più di qualunque altro e mentre lo faceva osava anche definirsi di sinistra", ha dichiarato il deputato del M5s. "Potrebbe essere che provino ad indire elezioni politiche per bloccare il voto referendario. Vorrà dire che ci penserà il governo del Movimento ad eliminare questa indecenza. In ogni caso, le loro folli scelte sulle politiche del lavoro sono spacciate", ha proseguito Di Maio.

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