Lee Jae-yong |
Rampollo nei guai - Lee Jae-yong è di fatto il leader del colosso della tecnologia Samsung: erede della famiglia fondatrice e attuale vicepresidente dell'azienda, è da tempo il candidato numero uno per la successione. Lo scorso giovedì 12 gennaio è stato interrogato per 22 ore dai procuratori speciali che indagano sul grosso scandalo corruzione che ha colpito la Corea del Sud, un caso che ha già portato alla destituzione della presidente del Paese, Park Geun-hye, nello scorso dicembre. Implicata nella vicenda anche la sua consigliera personale, Choi Soon-sil, la quale avrebbe utilizzato i propri legami con l'ex presidente per esercitare pressioni su diverse aziende sudcoreane affinché versassero diversi miliardi di won a favore di alcune fondazioni a lei collegate. Fra queste società compare anche Samsung che ha già ammesso di aver donato l'equivalente di oltre 17 milioni di dollari a due di questi enti. Resta da chiarire, però, il punto cruciale della vicenda, ovvero se il colosso tecnologico e Lee abbiano ottenuto in cambio favori dall'amministrazione Park. Samsung finora ha sempre negato questa ipotesi.
La controversa fusione - Su quest'ultimo punto è fondamentale l'analisi della fusione da 8 miliardi di dollari fra la Samsung C&T Corp e la Cheil Industries, avvenuta nel 2015, una mossa che avrebbe consolidato il controllo della famiglia fondatrice di Samsung sul gruppo, a danno dei soci di minoranza. Questa operazione, piuttosto controversa, potè contare sull'appoggio del fondo pensioni nazionale (il terzo più grande del mondo). Proprio tra i contorni poco chiari di questa vicenda potrebbe delinearsi il presunto "scambio di favori" fra i vertici Samsung e la consigliera della presidente. Nell'ambito di questa operazione, Choi potrebbe aver ricevuto dal vicepresidente dell'azienda Lee tangenti per oltre 36 milioni oltre ai versamenti diretti alle sue fondazioni da parte del colosso tecnologico. Da parte sua la consigliera, attualmente detenuta e sotto processo con le accuse di abuso di potere e tentata frode, si è difesa descrivendo la presidente Park come "una persona senza secondi fini" che non "permette alle persone di agire per interesse privato e di approfittare di lei". Se la messa in stato d'accusa della Park verrà confermata dalla Corte Costituzionale le elezioni verranno organizzate entro due mesi, con la candidatura illustre dell'attuale segretario generare delle Nazioni Unite Ban Ki-moon.
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