mercoledì 2 settembre 2015

MIGRANTI/ "MARCHIATI" dalla Repubblica ceca

Un bimbo migrante marchiato in Cechia  (foro Britske listy)
L'emergenza migranti esplode in tutta Europa. I profughi in fuga da guerre e povertà premono da diversi fronti: ci sono le "porte" tradizionali dei Paesi del Sud, Italia e Grecia in primis, ma nelle ultime settimane si è fatta sempre più calda la frontiera con l'Ungheria, dove migliaia di disperati cercano di trovare la porta d'accesso verso Germania e Austria. Intanto nella Repubblica ceca la polizia marchia i migranti con numeri sul braccio, rievocando tragiche immagini dell'epoca nazista. Poi ennesima tragedia al largo delle coste della Turchia, dove due barconi sono naufragati e undici persone sono morte.

Turchia, undici morti in due naufragi - Almeno 11 migranti, probabilmente siriani, sono morti e altri cinque risultano dispersi in due naufragi avvenuti nella notte, mentre cercavano di raggiungere l'isola greca di Kos dalla penisola di Bodrum, sulla costa turca. Lo riferisce l'agenzia di stampa Dogan. Un primo barcone è affondato con 16 persone a bordo. Sette sono annegati, 4 sono stati salvati e 5 sono dispersi. In un secondo naufragio, avvenuto poche ore dopo, sono morti una donna e 3 bambini, mentre altre due persone sono riuscite ad approdare a nuoto sulla terraferma. 

Repubblica ceca, la polizia marchia i migranti - La polizia ceca sta procedendo a marchiare ogni migrante, anche i bambini, in arrivo a Breclav, al confine con l'Austria, con un numero scritto a pennarello sul braccio, che identifica il treno d'arrivo e il vagone. La notizia è stata pubblicata sul sito Britske listy (pagine britanniche) e confermata da Vaclav Janous del quotidiano Mlada fronta Dnes. 
Le stesse cifre vengono poi scritte sul biglietto del treno che la polizia sequestra. Con i numeri sono marchiati non solo gli adulti ma anche i bambini: il Mfd ha riportato ad esempio la foto di una bambina di 5 anni addormentata sulla spalla della madre durante il controllo. Sull'avambraccio porta la scritta C5.

Resta chiusa la stazione di Budapest - Resta inaccessibile ai migranti la stazione Keleti di Budapest. Centinaia di persone continuano a manifestare, sedute sulla piazza Baross della capitale. 

Rafforzati i confini con la Serbia: oltre 2mila poliziotti - Il governo ungherese ha disposto il rafforzamento della frontiera con la Serbia con l'invio di 2.106 agenti di polizia, come riferisce il portale serbo "Vojvodina danas". Dall'inizio dell'anno fino alla mezzanotte di domenica, hanno precisato alla polizia, sono state intercettate 153.561 persone entrate illegalmente in Ungheria Duemila nuovi arrivi in Ungheria nelle ultime 24 ore - Flusso inarrestabile anche negli ultimi giorni: 2.284 profughi sono entrati nel Paese nelle ultime 24 ore, circa 500 in più rispetto alla giornata precedente, secondo fonti della polizia. In gran parte si tratta di persone che provengono da Siria, Afghanistan e Pakistan. Sono inoltre stati arrestati, sempre in Ungheria, sei trafficanti di esseri umani dopo i violenti tumulti e scontri avvenuti martedì alla stazione Keleti di Budapest. I disordini sono esplosi dopo che sono stati fermati i treni carichi di migranti diretti verso Germania e Austria. Il governo di Viktor Orban ha incolpato direttamente la cancelliera tedesca Angela Merkel dei gravi fatti di Budapest.


Nuovo sbarco a Pozzallo - Sono arrivati nel porto di Pozzallo (Ragusa) sulla nave Protector impiegata nell'operazione Frontex, 138 migranti, tutti uomini, di cui 76 minori. Tre adulti sono stati ricoverati in ospedale: due a Modica e l'altro a Ragusa. Gli altri sono stati trasferiti nel centro di prima accoglienza. Sul barcone partito dalla Libia erano saliti in 244. Soccorsi nel canale di Sicilia, 106 di loro a bordo di due motovedette della guardia costiera sono stati sbarcati a Roccella Jonica (Rc). Gli altri hanno raggiunto Pozzallo. Quasi tutti erano partiti dall'Egitto e poi avevano fatto tappa in Libia. Secondo gli investigatori gli scafisti sono egiziani.  dalla Serbia.

Berlino: "Italia e Grecia realizzino i centri di registrazione" - "Italia e Grecia devono realizzare i centri di registrazione, gli hotspots. Ci aspettiamo che lo facciano entro la fine dell'anno". E' quanto ha ribadito il ministro dell'Interno tedesco Thomas De Maiziere, in uno statement a Berlino sull'emergenza profughi. "La Germania da sola non può risolvere la situazione attuale", ha aggiunto.

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