AOSTA 21 agosto - L'avvocato algerino, attivista per i diritti umani, Rachid Mesli, è stato arrestato dalla polizia italiana al traforo del Gran San Bernardo, in esecuzione di un mandato di cattura internazionale. Mesli, che vive a Ginevra, è ricercato dalle autorità di Algeri per terrorismo. Per questo la Corte d'Appello di Torino dovrà pronunciarsi sulla richiesta di estradizione.
L'arresto risale al primo pomeriggio di mercoledì 19 agosto: Mesli, proveniente dalla Svizzera, era diretto in Italia su un'auto, con a bordo la moglie e un figlio. La polizia di frontiera, a seguito di un normale controllo dei documenti, ha dato esecuzione al mandato d'arresto Interpol. L'attivista è provvisoriamente detenuto nella casa circondariale di Brissogne (Aosta), in attesa della decisione dei magistrati italiani. Secondo quanto ricostruisce Amnesty international, l'avvocato è rifugiato in Svizzera dal 2000. Nel suo Paese infatti, sempre secondo quanto riferisce l'ong, nel 1996 è stato arrestato con l'accusa di aver "incoraggiato il terrorismo": in qualità di avvocato ha difeso carcerati islamisti vittime di tortura. Le autorità gli contestano di aver fornito informazioni ad organizzazioni internazionali come la stessa Amnesty e per tre anni è stato in carcere e vittima lui stesso di tortura. A Ginevra, dove vive con la moglie e i tre figli, ha fondato l'organizzazione Al-Karama, per denunciare le violazione dei diritti umani nel mondo arabo.
L'arresto risale al primo pomeriggio di mercoledì 19 agosto: Mesli, proveniente dalla Svizzera, era diretto in Italia su un'auto, con a bordo la moglie e un figlio. La polizia di frontiera, a seguito di un normale controllo dei documenti, ha dato esecuzione al mandato d'arresto Interpol. L'attivista è provvisoriamente detenuto nella casa circondariale di Brissogne (Aosta), in attesa della decisione dei magistrati italiani. Secondo quanto ricostruisce Amnesty international, l'avvocato è rifugiato in Svizzera dal 2000. Nel suo Paese infatti, sempre secondo quanto riferisce l'ong, nel 1996 è stato arrestato con l'accusa di aver "incoraggiato il terrorismo": in qualità di avvocato ha difeso carcerati islamisti vittime di tortura. Le autorità gli contestano di aver fornito informazioni ad organizzazioni internazionali come la stessa Amnesty e per tre anni è stato in carcere e vittima lui stesso di tortura. A Ginevra, dove vive con la moglie e i tre figli, ha fondato l'organizzazione Al-Karama, per denunciare le violazione dei diritti umani nel mondo arabo.
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