REGGIO CALABRIA, 4 luglio - Maxi operazione dei carabinieri contro la 'ndrangheta. Dalle prime ore di questa mattina, oltre 1000 carabinieri del Ros e del comando provinciale di Reggio Calabria, coadiuvati da elicotteri, unità cinofile e militari specializzati nella localizzazione di bunker e cavità nascoste, sono impegnati nell’esecuzione di un provvedimento di fermo, emesso dalla locale procura distrettuale, nei confronti di 116 indagati per associazione mafiosa, estorsione, porto e detenzione illegale di armi, trasferimento fraudolento di valori, truffa ed altri reati, tutti aggravati dalla finalità di agevolare la ‘ndrangheta.
I provvedimenti, fanno sapere i carabinieri, scaturiscono da un’indagine diretta dalla procura reggina e condotta dai carabinieri del Ros e del gruppo di Locri in direzione delle più importanti “locali” ‘ndranghetiste ricomprese nel “mandamento” ionico, ritenuto il cuore pulsante dell’intera ‘ndrangheta nonché il punto di riferimento di tutte le articolazioni extraregionali, nazionali ed estere.
"Lo Stato sono io qua Pe'!...Controlla.....La mafia. La mafia originale però, non la scadente". E' quanto afferma il figlio di un boss intercettato.
Le indagini hanno consentito di individuare le gerarchie e gli organigrammi di ben 23 cosche ricomprese nel ''mandamento'' jonico della Calabria e di identificare i presunti autori di estorsioni, danneggiamenti e infiltrazioni in appalti pubblici e lavori privati. Sono state inoltre individuate nuove cariche e strutture tra loro sovraordinate di cui la 'ndrangheta si è dotata negli ultimi anni.
Dalle indagini dei carabinieri sono emerse anche le modalità di funzionamento di veri e propri ''tribunali'' competenti a giudicare quegli affiliati sospettati di violazioni delle regole del sodalizio criminale e le procedure da applicare per sanare faide all'interno delle 'ndrine.
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