PRATO, 26 luglio - «Non ho paura di niente perché io non ho fatto nulla. Io con il mostro di Firenze non c’entro niente». Lo ribadisce Giampiero Vigilanti, 87 anni, l’ex legionario che risulta indagato dalla procura di Firenze per i delitti delle coppiette, avvenuti nel territorio fiorentino tra il 1968 e il 1985. Parlando ai microfoni della Tgr Rai della Toscana, Vigilanti ripete di aver detto la stessa cosa a Carabinieri e pm che coordinano le indagini, Paolo Canessa e Luca Turco.
In effetti la Procura e i carabinieri del Roshanno già sentito più volte Vigilanti, residente a Prato, che ha conosciuto Pietro Pacciani. L'ipotesi è che quei delitti facessero parte della strategia della tensione che ha sconvolto l’Italia alla fine degli anni Sessanta fino alla metà degli anni Ottanta
La nuova pista cerca contatti tra un estremista di destra e i cosiddetti "compagni di merende". Sono state passate al setaccio le relazioni di Vigilanti con Pacciani, entrambi originari del Mugello. L'ex legionario viene descritto come persona vicina agli ambienti di estrema destra e chi indagava sul Mostro di Firenze arrivò a lui già nel 1985, otto giorni dopo l'ultimo delitto. L'ipotesi è che gli omicidi facessero parte di un disegno più ampio per distrarre l'attenzione da quello che accadeva nel Paese in quegli anni: i delitti avvenivano sempre a ridosso di grandi fatti di cronaca, come la strage dell'Italicus o l'attentato al Papa.
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