La Guardia di finanza, avvalendosi dei canali di cooperazione internazionale tra l’Italia e la Svizzera, ha richiesto alle autorità fiscali elvetiche informazioni in ordine ai titolari dei rapporti finanziari esteri emersi nel corso delle indagini di polizia giudiziaria svolte dal Nucleo di polizia tributaria di Milano nei confronti del gruppo Credit Suisse. L’iniziativa deriva dagli esiti dell’inchiesta coordinata dalla procura di Milano, conclusasi con il patteggiamento dell’istituto di credito per la responsabilità ai sensi della legge 231 del 2001 in relazione al reato di riciclaggio.
Al termine dell’attività di analisi e approfondimento svolta insieme all’Agenzia delle Entrate, le indagini hanno consentito di identificare, fino ad ora, i titolari di 3.297 posizioni - contenute in elenchi acquisiti nel corso delle indagini - la maggior parte dei quali già destinatari di contestazioni degli uffici finanziari conclusesi con la riscossione - anche per effetto dell'adesione alla prima procedura di collaborazione volontaria (la cosiddetta 'Voluntary disclosure') - di circa 173 milioni di euro per imposte, sanzioni e interessi.
Le richieste riguardano ora gli effettivi beneficiari italiani, tuttora non compiutamente identificati, di ulteriori 9.953 posizioni finanziarie, per un ammontare complessivo di 6.676.134.954 euro.
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