ROMA, 24 dicembre - La Corte d'Appello di Roma ha confermato la sentenza emessa un anno e mezzo fa dal Tribunale dei Minorenni che ha dato il via libera all'adozione di una bimba da parte della compagna e convivente della madre. Lo rende noto Maria Antonia Pili, che assiste la coppia lesbica. Quella dell'agosto 2014 era stata la prima sentenza in Italia che riconosceva la "stepchild adoption" (letteralmente "adozione del figliastro").
La coppia di donne, che vive a Roma dal 2003, ha avuto una bimba all'estero anni fa con procreazione assistita eterologa per realizzare un progetto di genitorialità condivisa. La bimba è figlia biologica di una delle due conviventi.
Il Tribunale dei Minorenni di Roma aveva accolto il ricorso presentato per ottenere l'adozione della figlia da parte della mamma non biologica, appunto la "stepchild adoption", già consentita in altri Paesi. Le due donne, sposate all'estero, si erano rivolte all'Associazione italiana avvocati famiglia e minori, per procedere con il ricorso per l'adozione.
"La sentenza conferma in toto quella del Tribunale dei Minorenni con motivazioni chiare ed essenziali che la rendono ineccepibile. La sentenza conferma che in Italia è possibile adottare per il partner di una coppia omosessuale". E' il commento dell'avvocata Maria Antonia Pili che assiste le due mamme da oltre due anni.
Il Tribunale dei Minorenni di Roma aveva accolto il ricorso presentato per ottenere l'adozione della figlia da parte della mamma non biologica, appunto la "stepchild adoption", già consentita in altri Paesi. Le due donne, sposate all'estero, si erano rivolte all'Associazione italiana avvocati famiglia e minori, per procedere con il ricorso per l'adozione.
"La sentenza conferma in toto quella del Tribunale dei Minorenni con motivazioni chiare ed essenziali che la rendono ineccepibile. La sentenza conferma che in Italia è possibile adottare per il partner di una coppia omosessuale". E' il commento dell'avvocata Maria Antonia Pili che assiste le due mamme da oltre due anni.
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