lunedì 7 settembre 2015

FATTI DELLA VITA/ HOSTESS americana e musulmana non serve alcol ai passeggeri. Sospesa


ATLANTA, 7 settembre - Non ha voluto servire alcolici in volo perché bere vino è contro la sua fede. Così Charee Stanley, musulmana, è stata sospesa dalla sua compagnia, la ExpressJet, e adesso ha presentato una domanda di revoca del provvedimento alla Commissione per pari opportunità di lavoro sostenendo di essere stata discriminata.
Charee vuole fare il suo lavoro di hostess, racconta la Cnn, ma vuole essere esonerata dal servire alcolici ai clienti, esattamente come ha sempre fatto prima di essere sospesa, come spiega il suo avvocato. "Questo caso punta a dimostrare che nessuno deve essere messo nelle condizioni di scegliere tra il lavoro e la religione - dice Lena Masri, legale del Council dei rapporti tra americani e islamici - e che è importante che nell'ambiente di lavoro la propria religione possa essere seguita liberamente". 

Charee Stanley, 40 anni, ha cominciato a lavorare in ExpressJet circa tre anni fa e si è convertita alla religione islamica da due anni. Quest'anno ha appreso che, tra i divieti della sua fede, c'è non solo quello di bere alcolici ma anche quello di servirli. Il suo capo le ha detto di trovare un modo per soddisfare comunque le richieste dei passeggeri. "Con la direzione della compagnia si è concordato che a servire gli alcolici ai passeggeri fosse l'altro assistente di volo dell'equipaggio - dice ancora la Masri -. E sappiamo che questa formula ha funzionato bene e senza inconvenienti. Dopo tutto, era stata la stessa compagnia a suggerirla". 

Pare che il problema sia nato quando un collega della Stanley si è lamentato con lei sostenendo che la donna non faceva il suo dovere e aggiungendo che aveva un libro con "scritti stranieri" e che indossava un copricapo. A questo punto la compagnia ha mandato una lettera alla Stanley informandola che le veniva revocata la "concessione" di escluderla dal servizio e che veniva sospesa. 

Il portavoce della compagnia, Jarek Beem, spiega che  "come ExpressJet, rispettiamo i valori di tutti i nostri lavoratori. Diamo pari opportunità a tutti e abbiamo una lunga storia di esperienze e voci diverse nella nostra squadra. Sul caso della signora Stanley, non possiamo commentare la sua vicenda personale".

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