venerdì 14 agosto 2015

Interni/ RENZI: riforma del SENATO, se FI ci sta, bene, altrimenti faremo da soli. Niente scambi con la giustizia


REGGIO EMILIA, 14 agosto - "La riforma naturalmente andrà avanti, vediamo se riusciamo a coinvolgere più partiti possibili". Matteo Renzi tiene la barra dritta: la riforma del Senato si farà. Arrivato a sorpresa alla Festa dell'Unità di Castelgrande, in provincia di Reggio Emilia, il premier manda un messaggio di fermezza e gela le aspettative di Berlusconi: "Forza Italia ‎- ricorda - ha votato questa riforma in prima lettura al Senato con Romani poi e' arrivato Brunetta e ha cambiato idea. Se ci staranno bene se non ci staranno faremo senza di loro".
Ma il cammino del disegno di legge che rivoluziona il sistema parlamentare italiano resta accidentato. Nel Pd la tensione tra maggioranza renziana e minoranza di sinistra resta alta. Lo spettro di una scissione nel Pd continua a tenere banco nel dibattito per la riforma del Senato. Nel frattempo un nuovo tassello si potrebbe dover incastrare nel puzzle della ricerca dei voti per far passare il ddl a Palazzo Madama: si chiama riforma della Giustizia e si declina con la riforma del processo penale che riparte a settembre. Indiscrezioni rilanciate dal Corriere della Sera parlano di un Cavaliere intenzionato a mettere sul tavolo di un accordo con il Pd per la riforma del Senato una revisione delle questioni che più stanno a cuore agli azzurri, a partire dalle intercettazioni. Sono indiscrezioni, ma che la tentazione sia aperta lo conferma una dichiarazione del senatore azzurro Lucio Malan che precisa: "Niente scambi ma buone riforme: sulla giustizia e sul Senato"."Serve un sistema che funzioni, che non penalizzi gli innocenti e che non consenta che le intercettazioni vadano a finire sui giornali", spiega. Ma che la partita possa essere riaperta e che addirittura possa essere merce di scambio per far passare la riforma del Senato è un'opportunità decisamente smentita dal responsabile giustizia del Pd, Davide Ermini. "Per il ruolo che ho - chiarisce - posso assicurare che non ci sono sentori di trattative sulla giustizia di nessun genere", neppure in prospettiva: "Non c'è materia per alcuna trattativa e tanto meno di una trattativa che sia legata alle riforme" ribadisce. Se mai dovesse aprirsi questa strada, non cambia il piano A degli azzurri: il pressing per ottenere una revisione della legge elettorale con l'obiettivo di introdurre il premio alla coalizione. E ovviamente, il Senato elettivo.

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