mercoledì 29 marzo 2017

Ultima firma della May, il divorzio dell'Inghilterra dalla UE è iniziato


LONDRA, 29 marzo - La premier britannica Theresa May ha firmato la lettera per la notifica dell'articolo 50 del Trattato di Lisbona che, nel momento della consegna al presidente del Consiglio Europeo, Donald Tusk, segnerà l'avvio formale dell'iter della Brexit, il divorzio di Londra dall'Ue sancito dal referendum del 23 giugno scorso. Lo riporta la Bbc. La lettera - poche cartelle - sarà consegnata alle 13,30 a Tusk dall'ambasciatore del Regno Unito a Bruxelles. E farà scattare i due anni di negoziati previsti per il divorzio.
"E' uno dei momenti più importanti nelle recente storia del Regno Unito". Così la premier britannica Theresa May ha definito l'annuncio formale che farà sull'avvio della Brexit e delle trattative con Bruxelles. Il fine, ha aggiunto il primo ministro, è quello di creare una "relazione profonda e speciale" con l'Europa. "Dobbiamo cogliere questa storica opportunità per emergere nel mondo e plasmare un sempre maggiore ruolo per una Gran Bretagna globale", ha aggiunto la premier parlando a Birmingham durante un forum sugli investimenti del Qatar. "Questo si traduce non solo nel costruire nuove alleanze ma ampliare i rapporti coi vecchi amici che sono al nostro fianco da secoli", ha detto ancora May.
Intanto il parlamento scozzese ha votato in maggioranza a favore della richiesta di un referendum bis sulla secessione da Londra in risposta alla Brexit. La proposta era stata presentata dalla first minister e leader indipendentista dell'Snp, Nicola Sturgeon. "Non apriremo i negoziati sulla proposta della Scozia": è la risposta della premier britannica, tramite un suo portavoce. "Ora non è il momento giusto", ha ribadito il primo ministro, riferendosi all'inizio dei negoziati sulla Brexit.
"Per la Gran Bretagna sarà molto costoso lasciare l'Unione europea", ha detto il capogruppo del Ppe al Parlamento europeo Manfred Weber. Durante il periodo dei negoziati e quello transitorio, Londra "dovrà rispettare tutti gli obblighi in corso e la legislazione in corso - sostiene il tedesco - se no sarebbe un comportamento irrispettoso che creerebbe problemi ai negoziati". "Avremo in mente solo l'interesse dei 440 milioni di cittadini europei e non più quello dei cittadini britannici". "Uscire dall'Ue significa costruire di nuovo muri e barriere - afferma - e molti cittadini britannici avranno problemi con limitazioni della loro libertà nella vita quotidiana. Non mi piace ma è il risultato del referendum e tutti devono affrontare la realtà".

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