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mercoledì 26 luglio 2017

"Forse sono italiano" Si dimette MINISTRO AUSTRALIANO


CANBERRA, 26 luglio - Un ministro del governo australiano si è dimesso perché, a sua insaputa, la madre, di origini italiane, avrebbe chiesto la cittadinanza tricolore per entrambi in un paese in cui la costituzione vieta l'eleggibilità agli stranieri. L'annuncio shock del ministro delle Risorse Matt Canavan segue le recenti dimissioni di due senatori che hanno scoperto di non essere mai stati 'tecnicamente' eletti perché avevano la doppia cittadinanza. La costituzione australiana stabilisce infatti che un "cittadino di una potenza straniera" non è candidabile per essere eletto in parlamento.
Canavan ha reso noto che sua madre, Maria Canavan, lo ha contattato la settimana scorsa per dirgli che potrebbe essere italiano. E lo ha fatto dopo il clamore suscitato dalle dimissioni dei vice leader del Partito Verde Scott Ludlam e Larissa Waters nati rispettivamente in Nuova Zelanda e Canada.
La donna ha fatto richiesta nel 2006 al Consolato italiano di Brisbane di acquisire la cittadinanza italiana e, ha affermato Matt Canavan, che ha 25 anni e non è mai stato in Italia, "sembra che abbia fatto una richiesta anche per me, per farmi diventare cittadino italiano". Canavan ha precisato di aver chiesto un parere legale per sapere se "la registrazione come cittadino italiano senza il mio consenso sia valida in base alla legge italiana".

mercoledì 19 luglio 2017

Il ministro COSTA si è dimesso


ROMA, \9 luglio - Il ministro ha comunicato la sua decisione di lasciare l'esecutivo con una lettera al Presidente del Consiglio. "Caro Presidente - scrive Costa a Gentiloni - ho manifestato nei giorni scorsi la convinzione che sia il momento di lavorare ad un programma politico di ampio respiro che riunisca quelle forze liberali che per decenni hanno incarnato aspirazioni, ideali, valori, interessi di milioni di italiani che hanno sempre respinto soluzioni estremistiche e demagogiche. Sono opinioni politiche del tutto naturali, per chi ha una storia politica come la mia. In questi mesi ho anche espresso il dissenso su alcuni provvedimenti (ius soli, processo penale), motivando dettagliatamente le mie posizioni. C'è chi ha ritenuto queste opinioni fonte di pregiudizio per il Governo, ma anche chi le ha apprezzate perché hanno portato una interessante dialettica. Tu, caro Presidente - prosegue Costa - hai sempre rispettato le mie idee. Non mi hai mai imposto il paraocchi e non mi hai chiesto di rinunciare alle mie convinzioni. Lo apprezzo moltissimo. Ma non posso far finta di non vedere la schiera di coloro che scorgono un conflitto tra il mio ruolo ed il mio pensiero. E siccome non voglio creare problemi al Governo rinuncio al ruolo e mi tengo il pensiero. Ho avuto un'occasione unica ed ho fatto un'esperienza bellissima, sempre con il massimo impegno. Ora faccio un passo indietro, perché le convinzioni vengono prima delle posizioni. A chi mi consiglia di mantenere comodamente il ruolo di Governo, dando un colpo al cerchio ed uno alla botte, rispondo che non voglio equivoci, né ambiguità. Allungherò la lista, peraltro cortissima, di Ministri che si sono dimessi spontaneamente. Rassegno, pertanto, con la presente - conclude Costa - le mie dimissioni dall'incarico di Ministro per gli Affari Regionali. Un caro saluto ed un augurio di buon lavoro a te ed a tutti i membri del Governo". 


Alfano, dimissioni Costa inevitabili e tardive - "Credevo lo facesse già un paio di giorni fa. Lo diciamo da tempo: noi vogliamo costruire un'area autonoma, una forza indipendente da destra e da sinistra". Lo afferma il leader di Ap, Angelino Alfano, definendo le dimissioni di Costa "inevitabili e tardive". Noi, aggiunge, "abbiamo idee, forza e coraggio per fare qualcosa di grande. Comprendiamo che chi non ce la fa, faccia scelte diverse, ma noi andiamo avanti per la nostra strada senza metterci in fila da nessuna parte".
Gentiloni assume interim Affari regionali - Il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni ha ricevuto questa mattina la lettera con cui il ministro Enrico Costa si dimette dalla sua responsabilità di governo. Ringraziando Costa per il contributo dato all'esecutivo il presidente del Consiglio assume l'interim degli Affari regionali. Lo si apprende da fonti di Palazzo Chigi.

giovedì 4 maggio 2017

MOGADISCIO, la polizia scambia un ministro per un terrorista e lo uccide


MOGADISCIO - Le forze di sicurezza della Somalia hanno ucciso un ministro del governo, Abdullah Sheikh Abas, 31 anni scambiandolo per un militante islamico. E 'stato ucciso nel suo veicolo vicino al palazzo presidenziale nella capitale, Mogadiscio.  Il presidente ha sospeso subito la sua visita in Etiopia ed è rientrato in Somalia,
Le forze di sicurezza della Somalia stanno combattendo i militanti che svolgono attacchi suicidi o di pistola a Mogadiscio.
Abas, il ministro dei lavori pubblici, è probabilmente il funzionario più alto rango ucciso da "fuoco amico", aggiunge. Era un ex rifugiato cresciuto nel campo di Dadaab in Kenya, che ospita centinaia di migliaia di somali fuggiti dalla siccità e dalla guerra civile. E 'diventato più giovane deputato del paese lo scorso novembre, quando ha sconfitto un ex ministro .
Il paese ha tenuto elezioni nel mese di febbraio e Mohamed Abdullahi Farmajo è diventato il nuovo presidente in un risultato a sorpresa . Il presidente non ha commentato le circostanze dell'uccisione di Abas', ma ha detto che aveva ordinato ai capi della sicurezza di 'ottenere immediatamente a fondo di questa sfortunata tragedia.
Ministro dell'Informazione Abdirahman Osman ha detto che diverse persone sono state arrestate, ma non ha fornito dettagli.
Le forze di sicurezza di pattuglia avevano bloccato  un veicol e, pensando che fosse guidata da militanti, hanno aperto il fuoco. Abas è stato ucciso "per errore .. Hanno aperto il fuoco contro la sua auto accidentalmente Possa pace all'anima sua", ha detto portavoce del sindaco Abdifatah Omar Halane.
Gran parte della Somalia è ancora sotto il controllo del gruppo militante islamico al-Shabab, che è affiliato ad al-Qaeda.

martedì 15 novembre 2016

TANGENTI, arrestato il ministro dello sviluppo economico russo


MOSCA, 15 novembre - Il ministro dello Sviluppo economico russo Alexey Ulyukaev è stato arrestato oggi con l'accusa di aver preso una tangente da 2 milioni di dollari in cambio del sostegno del suo dicastero a un accordo di una importante compagnia petrolifera.
Ulyukaev avrebbe preso la tangente milionaria per "la valutazione positiva data dal Ministero dello sviluppo Economico all'operazione che ha permesso alla Rosneft di completare l'accordo per l'acquisto del 50% detenuto dal governo del capitale della Bashneft", spiega il Comitato investigativo russo. Rosneft e Bashneft sono entrambe compagnie petrolifere russe. Ulyukaev, 60 anni, è ministro nel governo Medvedev da giugno 2013. 

venerdì 18 marzo 2016

Nuovo stop a LULA da un giudice federale, annullata la nomina a ministro


SAN PAOLO, 18 marzo - Un giudice federale di San Paolo ha annullato la nomina che garantirebbe a Lula l'immunita' politica (sarebbe giudicabile solo dalla Corte Suprema) per gli scandali in cui è coinvolto, dopo che oggi due tribunali di grado inferiore avevano revocato il primo stop alla nomina. Il giudice Tertuliano da Silva, della magistratura federale di Assis (San Paulo), ha giustifica il suo stop con la valutazione che Lula e la sua protettrice politica, il presidente Dilma Rousseff (sue erede) avrebbero potuto interferire con le indagini sulla  compagnia pettrolifera statale Petrobas in cui entrambi sono chiamati indirettamente in causa.

giovedì 17 marzo 2016

BRASILE, un giudice sospende la nomina di LULA a ministro


BRASILIA, 17 marzo - Il giudice federale brasiliano Itagiba Catta Preta Neto, del 4/o tribunale del Distretto federale, ha emesso una sentenza provvisoria che sospende la nomina dell'ex presidente della Repubblica, Luiz Inacio Lula da Silva, a ministro della Casa civile, carica per la quale aveva prestato giuramento nelle mani del presidente Dilma Rousseff poco prima. Il governo della presidente ora può fare ricorso contro la sospensione.
In Brasile intanto la tensione è altissima tra la popolazione contro l'incarico di governo a Lula, da molti considerato un escamotage dell'ex presidente operaio per sfuggire alla giustizia che lo ha coinvolto nell'inchiesta Lava Jato, la Mani Pulite del Brasile. Tafferugli tra manifestanti a favore e contro l'attuale esecutivo sono accaduti a Brasilia, davanti alla sede della presidenza della Repubblica, e proteste anche per le vie di San Paolo. Immagini televisive hanno mostrato cortei spontanei in varie altre città del Paese.

BRASILE, LULA oggi giura da ministro (per schivare il carcere), PROTESTE

Manifestazione di protesta a San Paolo
SAN PAOLO, 17 marzo - Un migliaio di persone ha manifestato a Brasilia davanti al palazzo presidenziale di Planalto contro la nomina a ministro dell'ex presidente Lula. Gli oppositori hanno tentato di entrare nel palazzo ma sono stati respinti dalla polizia. Le tv hanno mostrato alcuni tafferugli tra un gruppo di manifestanti e militanti del Partito dei lavoratori, di Dilma e Lula. La polizia ha usato manganelli e spray al pepe per disperdere i facinorosi. Ma altre proteste pacifiche sono in corso in varie città del Brasile. La popolazione non accetta la nomina a ministro dell'ex presidente Lula e manifesta contro la presidente Dilma Rousseff. Alcune migliaia di persone hanno bloccato l'avenida Paulista, il salotto buono di San Paolo, e scandiscono slogan contro Lula e Dilma. Analoghe manifestazioni sono in corso a Rio de Janeiro. Nei quartieri residenziali di San Paolo si sente il rumore dei panelacos, colpi di mestoli e posate contro pentole.
Le proteste sono esplose dopo la pubblicazione da parte del giudice Sergio Moro, simbolo dell'inchiesta "Lava Jato", la Mani Pulite brasiliana, di una intercettazione telefonica tra Lula e Dilma, in cui la presidente avvisa Lula che sta per inviargli il decreto di nomina ministeriale, da usare "in caso di necessità". Secondo Moro, ciò dimostrerebbe che la nomina di Lula è stata fatta per ostacolare la giustizia.
Nel mezzo delle proteste di piazza, il governo ha annunciato che la cerimonia di giuramento di Lula, prevista originariamente per martedì prossimo, è stata anticipata alle 10 locali, le 14 in Italia.