sabato 2 marzo 2013

Romania: a marzo scattano le feste dei "Marţişor"



BUCAREST - Marzo (Martie in romeno), mese che segna l'inizio della primavera inizia tutti gli anni con una festa rappresentativa per la Romania chiamata suggestivamente "Mărţişor". 
Le festa di "Mărţişor" viene celebrata nei Monti Carpazi e nelle zone limitrofe e risale al periodo precristiano. E' legata al rito del nuovo anno agricolo (nuova campagna agricola) festeggiato in primavera. Le fonti storiche, in seguito ai ritrovamenti arheologici in Romania (ex-Dacia) che hanno portato alla luce delle collane dache per le donne con pietre dipinte in rosso e bianco, sostengono che il "Mărţişor", come simbolo, risale a circa 8.000 anni fa. Si suppone che i daci preparavano i simboli primaverili (gli amuleti) in inverno per essere pronti ad accogliere la nuova stagione. Alcuni "Mărţişor" erano sotto la forma di un amuleto compreso di una moneta d'oro accompagnata da un filo rosso-bianco intrecciato (avvolte anche bianco-nero) che vennaro portati dai bambini e delle giovani fanciulle. Alcune storie sostengono che i daci credettero che i "Mărţişor" portassero la primavera e avevano la forza di far sbocciare gli alberi, di conseguenza i "Mărţişor" venivano "indossati" per più giorni, e non soltanto il 1mo di Marzo.
Molte le leggende che girano intorno e provano spiegare il significato del "Mărţişor". Una di queste dice che una volta il sole scese sulla terra trasformandosi in un giovane ragazzo per partecipare ad una "hora" (ballo specifico in Romania) in un villaggio, ma fu rapito e imprigionato dallo "zmeu" cattivo (personaggio mitico in Romania). Il suo imprigionamento provocò sofferenza alla natura. Si dice che i fiumi smessero il loro scorrere, gli uccelli non cantavano più, i bambini non ridevano più. Nessuno sapeva cosa fare fin quando un giovane ragazzo decise di confrontare lo "zmeu" e liberare il sole. Il suo viaggio fu lungo (3 stagioni: estate, autunno e inverno) e in fine riuscì trovare il castello dello "zmeu" e sfidarlo per tanti giorni. Il giovane sconfisse lo "zmeu" e con gli ultimi sforzi riuscì a liberare il sole. Debole e ferito dopo la liberazione del sole il giovane morì, il suo sangue scorrse sulla neve bianca. Da qui il legame e il simbolo del filo bianco-rosso intrecciato. Il sole salì in cielo e annuciò l'arrivo della primavera riempiendo di allegria le anime delle persone.
Description: Il filo di un MartisorIl "Mărţişor" oggi è un ciondolo accompagnato da un filo rosso-bianco intrecciato (che finisce in piccoli fiocchi). Il ciondolo è simbolico e potrebbe rappresentare un fiore (specie bucaneve), un quandrifoglio, una foglia di albero, un tradizionale spazzacamino o ferro di cavallo, un cuoricino, dei vari animaletti (orso, coccinella), un angelo, etc. Spesso, il "Mărţişor" è considerato un amuleto portafortuna. Nonostante il suo valore sia simbolico, oggi spesso il "Mărţişor" che viene regalato alle fidanzate  e diventa anche un motivo per trasformarlo in regali più costosi, come gioielli di argento o di oro, perline, ma sempre accompagnato dal filo bianco-rosso intrecciato. Il rosso significa l'amore, il sacrificio mentre il bianco la purezza. Nel periodo dopo la conquista romana il colore rosso rappresentava la guerra mentre il bianco la pace.

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