TIRANA, 13 giugno - Ha voltato pagina con piglio deciso dopo decenni d'isolamento e ora vuole svelare i suoi segreti all'Europa, ma senza cadere nella trappola del turismo di massa.
Inserita dalla Rough Guides tra le dieci destinazioni top nel 2016, l'Albania strizza l'occhio all'Italia. Il potenziale non sfugge agli operatori del settore e il piccole Paese dei Balcani - una superficie uguale a quella del Piemonte e della Valle d'Aosta - figura, per la prima volta, nei cataloghi estivi del gruppo Alpitour che debutta con località balneari, come Valona e Saranda e con due tour storici proposti dal brand Francorosso per la fascia medio-alta. Presto sarà on line la piattaforma digitale per la vendita servizi turistici dell'Albania nel mondo: albaniatravel.com, portale incoming multilingue.
I numeri fanno già intravedere la svolta. "Nel 2016 - spiega il ministro del Turismo, Milva Ekonomi - c'è stato un boom di turisti: 4,3 milioni, il 15% in più del 2015. Il settore è uno dei più importanti con un giro d'affari di 1,5 milioni di euro, il 7% del Pil nazionale. Il fatturato delle agenzie di viaggio è aumentato del 23%, quello degli alberghi del 7%". A crescere sono i flussi da Paesi vicini come Kosovo, Montenegro e Macedonia, ma aumentano anche i viaggiatori da Germania, Polonia, Russia e Italia. Ai turisti offre natura incontaminata, rovine millenarie, una gastronomia in cui si mischiano sapori orientali e occidentali, gente affabile. Tre località sono patrimonio mondiale dell'Unesco: il sito archeologico di Butrinto e i centri storici di Berat e Argirocastro. Lo sforzo è anche quello di ricostruire la memoria storica del Paese.
L'emblema è il Bunk'art di Tirana, centro culturale creato in un bunker antiatomico costruito ai tempi della dittatura comunista e curato dal giornalista italiano Carlo Bollino. Bunker di cemento, che il regime ha costruito negli anni '70 e '80 temendo un'invasione, si vedono ovunque, sulle spiagge e in montagna. Dal 2014 candidata a entrare nella Ue, l'Albania è un grande cantiere. Dappertutto si costruiscono strade, palazzi, ospedali e scuole, con l'aiuto degli stranieri, molti italiani, allettati da incentivi come la riduzione dell'Iva dal 20 al 6% per le strutture alberghiere. L'attenzione all'ambiente c'è: "Abbiamo abbattuto 20.000 costruzioni abusive. Non vogliamo che la costa sia cementificata", spiega Artan Gaci, capogruppo del Partito Socialista in Parlamento e sottosegretario al commercio estero. A Tirana, cuore pulsante del cambiamento, nel 1991 circolavano 17 auto perché il regime di Enver Hoxha proibiva il traffico privato, ora sono 170.000, in gran parte Mercedes.
"Gestire il traffico è una sfida", spiega l'entusiasta sindaco Erion Veliaj, 38 anni, star fra i 300.000 bambini della città. "A Tirana - racconta - ci sono 103 cantieri pubblici, alcuni grandi come quello per il nuovo stadio, altri più piccoli: oltre 100 milioni saranno investiti dai privati per fare 20 scuole". A due settimane dalle elezioni politiche, che dovrebbero portare alla conferma del premier Edvin Kristaq Rama, l'Albania è pronta a lanciare la sua sfida per diventare regina del turismo.
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